Istruzione, 55mila docenti a rischio entro tre settimane

Con la fine dello stato d’emergenza sono tantissime le posizioni nelle scuole che possono saltare: sarà necessaria una proroga dell’organico Covid, ma l’intervento vale 400 milioni di euro per l’anno in corso

Il 31 marzo si avvicina e con esso la tanto attesa fine dello stato d’emergenza in Italia. Che sebbene sia un traguardo aspettato e voluto da tutti, porterà con sé anche delle conseguenze negative e di incertezza in vari ambiti, tra cui quello dell’istruzione.

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Con il 31 marzo finisce lo stato d’emergenza, docenti a rischio (Ansa)

Per il comparto scuola diventa infatti essenziale ricevere delle risposte in riferimento alla proroga dell’organico Covid, conditio sine qua non per la regolare prosecuzione dell’anno scolastico in corso. I lavori sono in esame, ma il problema è concreto e al momento sono ben 55mila le persone – tra docenti e personale Ata – a rischiare il posto di lavoro.

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Scuole, docenti ad alto rischio

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L’obiettivo è garantire continuità per l’anno scolastico in corso (Ansa)

Come stimato dal Ministero dell’Istruzione, infatti, per sostenere la proroga e confermare tutte le posizioni occorreranno altri 200 milioni di euro (dei 400 milioni complessivi), ma le risorse attualmente a disposizione in alcune regioni sono di appena 60 milioni di euro. Anche la politica si sta muovendo (in particolare con Fratelli d’Italia e il Partito Democratico) per presentare nuovi emendamenti per il Sostegni-ter e i sindacati, attraverso le parole di Marcello Pacifico dell’Anief, hanno ricordato l’importanza di “concludere con un po’ di serenità un anno che è stato ancora una volta disastroso“. Pacifico ha inoltre aggiunto che i lavoratori hanno il diritto di essere pagati e di vedere i loro “contratti confermati fino al termine delle lezioni“, con l’obiettivo poi di poter uscire dallo stato d’emergenza e “mettere finalmente questi posti in organico di diritto e dare il personale che serve alle scuole“.

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