L’attacco dello scrittore Antonio Socci agli “ex fan dell’Urss”, che a suo avviso si sono “convertiti all’Atlantismo” e oggi “la loro devozione alla Casa Bianca è granitica come la vecchia fede nel Pci”.
Un cambio netto di paradigma, quello di una parte considerevole della sinistra, che lo scrittore e giornalista Antonio Socci ha pesantemente criticato sul quotidiano Libero.
Secondo Socci, le posizioni oggi assunte da coloro che rifiutano una volontà di trattare con il Cremlino sono sbagliate perché non pensano agli interessi degli europei, italiani compresi, “i quali non vogliono sprofondare in una guerra duratura e nella catastrofe economica”.
L’attacco di Socci alla sinistra citando Ratzinger
A suo supporto, lo scrittore riporta in auge gli scritti del Papa emerito Ratzinger, e nello specifico il suo elogio del compromesso, che indicava che “la vera morale dell’attività politica”. “Non è morale il moralismo dell’avventura, non l’assenza di ogni compromesso“, scriveva Benedetto XVI, per il quale “la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità dell’uomo”.
Lo scrittore cattolico e devoto a Medjugorje, ma tuttavia per anni ferocemente critico verso Papa Francesco, oggi ha a sua volta cambiato posizione e in queste settimane ha lodato più e più volte le posizioni assunte dal Papa anche in merito all’Ucraina, vale a dire a favore della pace e del dialogo.
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Un atteggiamento che purtroppo non sembra essere sul tavolo, né per il volere di Putin né per quello occidentale, e tutto questo rischia di portare a un’escalation che per molti potrebbe persino deflagrare nell’uso di armi nucleari, magari tattiche.
La dura critica di Socci alle posizioni del Corsera
Una eventualità che tutti vogliono scongiurare, e per questo da giorni si sta proseguendo una guerra dolorosa e fratricida, come l’ha definita anche il Patriarca di Mosca Kirill che ha invece appoggiato l’attacco russo, senza vedere all’orizzonte una possibilità di intesa.
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A gettare benzina sul fuoco, in Italia, per Socci c’è gran parte dell’establishment della sinistra e dei rappresentanti del main-stream editorale, tra cui il Corriere della Sera, che lo scrittore ha criticato pesantemente affermando che le sue “invettive” farebbero tornare in mento “alcuni articoli scritti all’inizio della seconda guerra mondiale dallo stesso giornale”, in cui si invitava il “popolo italiano” a correre alle armi nel nome della causa fascista e dei sostenitori della guerra.
“Quando si beneficia dell’eredità di un’antica testata bisogna anche ricordarne la storia e i drammi”, scrive Socci, aggiungendo che a suo avviso “bisogna pensarci quattro volte, oggi che siamo liberi, prima di carezzare di nuovo l’idea della guerra con leggerezza, gettando benzina sulla follia incendiaria di Putin”.