Sorprendendo i suoi follower Katrinka, che nell’ex paese sovietico è molto famosa, ha fatto una campagna pro-Putin
Katrin Klimova è un’influencer russa da sei milioni di follower, non pochi. In Russia è famosa e ogni cosa che fa viene seguita senza batter ciglio. E quello che ha fatto ore fa sul suo profilo, facendo un video ha creato molto scalpore perché ha dato di matto nel vero senso della parola contro le sanzioni imposte dall’Occidente. In un video pubblicato sui social si mostra con in mano delle buste di famosi marchi e con degli iPhone che rompe lanciando a terra ripetutamente come “risposta” alle sanzioni contro la Russia.
Il forte sospetto è che Katrinka, così viene soprannominata, è una delle influencer a libro paga del Cremlino e quindi di Vladimir Putin, che si sta avvalendo anche di queste persone per la sua propaganda. Una cosa anche normale considerata anche la situazione caotica dal punto di vista dell’informazione che c’è da una parte e dall’altra tra Russia e Ucraina. E qualche assaggio si è visto durante la seduta dell’Onu di giorni fa dove i russi facevano vedere foto del famoso ospedale di Mariupol che, secondo loro, era intatto.
L’influencer rompe e distrugge simboli dell’Occidente e li cestina nell’immondizia. “A me le sanzioni non fanno nulla”
Fatto sta che dopo aver buttato scarpe e vestiti e rotto un iPhone, presto anche Katrinka sentirà il peso della decisione della Russia di bandire dal paese il gruppo Meta, ovvero Facebook e Instagram. Così facendo si creeranno grossi problemi a chi lavora con i social e ne fa unico mezzo di sostentamento. Le influencer meno popolari di Katrinka sono infatti disperate per l’oscuramento dei social che avverrà lunedì 14 marzo.
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Si sprecano i loro post in lacrime, ma a nulla servono perché la decisione della Russia è presa, è irremovibile e ha forti connotati politici. Tutto infatti è partito da alcune dichiarazioni di Andy Stone, portavoce di Meta: “A causa dell’invasione russa dell’Ucraina, siamo indulgenti con espressioni politiche come ‘morte agli invasori russi’, che normalmente violerebbero le nostre regole sui discorsi violenti”.