Il regista e attore americano è intervenuto in diretta alla trasmissione “Che Tempo Che Fa”: “Putin ha messo in atto una follia”
“Non è possibile che stia succedendo tutto questo in Ucraina, lo trovo folle e assurdo”. Il regista e attore americano Sean Penn è intervenuto in diretta alla Rai durante la trasmissione “Che Tempo Che Fa” condotta da Fabio Fazio e tornato sulla vicenda che l’ha coinvolto direttamente, il suo arrivo in Ucraina a novembre e la sua fuga da Kiev sotto le bombe. Una storia pazzesca, il suo racconto sembra quasi un film diretto da lui stesso, ma invece è stato quello che ha vissuto. “Sono andato in Ucraina per girare un documentario – ha iniziato la star di Hollywood -, ho cominciato le riprese a Mariupol a inizio novembre, eravamo a intervistare i soldati, poi abbiamo cominciato a fare un focus su Zelenski, poi quando sono tornato siamo rimasti quattro giorni a Kiev, ma dopo il primo incontro con il presidente è cominciata l’invasione”
L’attore non ha quasi le parole mentre racconta ciò che gli è capitato: “Devo ammettere che sono rimasto scioccato da quanto stava accadendo, anche se allo stesso tempo colpito dal coraggio e dall’incredibile unità del popolo ucraino”.
“Zelenski? Non so se pensa anche lui questa cosa, ma per me è nato per fare questo”
Sean Penn è rimasto folgorato dalla figura di Zelenski. Per lui il presidente dell’Ucraina è una specie d’eroe dei tempi moderni anzi “secondo me è un vero eroe“. “E nessuno incarna più del presidente questo genere di cose, non sto scherzando e non so se lui la pensa allo stesso modo su se stesso, ma per me Zelenski è un’ispirazione. Se era pronto? Non posso sapere e non so, ma per me il presidente ucraino è nato per fare questa cosa. Nonostante abbia vissuto qualcosa e sono stato li, penso ancora che tutto questo sia una follia, anche se devo ammettere che gli ucraini erano molto preparati per questo scenario, il peggiore che potesse succedere“.
La sua fuga da Kiev è stata davvero una specie di film, con l’intelligence ucraina e americana quasi sullo sfondo. Non l’ha ricordato, ma per uscire dalla città sotto le bombe ha seguito un itinerario ben preciso, anche se l’attore è rimasto sorpreso da come la gente lasciava le proprie case: “Sono rimasto colpito, non so se le persone stessero lasciando il paese con la voglia e la speranza di tornare, ma nessuno voleva andare via dalle loro case, dalla loro vita e soprattutto dal loro paese. Le donne e i bambini erano tutte insieme, i padri e figli sono rimasti a combattere. Sono un popolo di lottatori“. Ricorda la partenza e la strada percorsa a piedi: “Anche qui una follia si tratta di un tragitto di 7 ore normalmente perché l’Ucraina è vastissima, ma noi ci abbiamo messo più di 24 ore per lasciare il paese. Un coraggio incredibile, una pietra miliare per la storia“. Nel suo paese, gli Stati Uniti, la guerra è seguita con trepidazione: “Negli Usa, l’attenzione è sicuramente su questa guerra, c’è una copertura mediatica 24 su 24, alcune volte di qualità altre volte criticabile”. L’attore promette che il “28 marzo tornerò in Ucraina e insieme a Core (la sua associazione umanitaria) cercheremo di dare ancora di più una mano a questa gente“