Guerra Ucraina, arriva il quarto pacchetto di sanzioni deliberato dal consiglio Ue: pressione altissima sulla Russia.
La pressione sul Cremlino è altissima. Mentre sul fronte ucraino proseguono gli attacchi da Kiev a Mariupol, l’Europa cerca una compromesso complicato. Le sanzioni fino ad ora hanno fiaccato la resistenza della Russia, sola o quasi in un conflitto che prosegue fra bombe e morti. La difficoltà della Ue però è nel colpire l’economia al Cremlino, cercando però allo stesso tempo di non creare distanze in una fase di negoziati in cui un piccolo spiraglio sembra esserci.
Intanto però arriverà il quarto pacchetto di sanzioni contro Mosca. Dopo aver colpito gli oligarchi, quasi azzerato l’export e bloccato una lunga serie di attività impoverendo e riducendo l’accesso della Russia ai mercati capitali, con ciò che ne consegue fra oneri finanziari ed inflazione, arriva un quarto pacchetto che ha già il via libera del Consiglio Ue.
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Guerra Ucraina: ecco quali sono le nuove sanzioni
Il Consiglio Ue e gli USA hanno approvato un quarto capitolo di sanzioni contro la Russia. Nel mirino questa volta finiscono le transazioni con alcune imprese statali russe operanti in diversi settori, essenzialmente il complesso militare-industriale del Cremlino. Stop anche alle importazioni di alcuni prodotti siderurgici.
Allargata inoltre la lista delle persone e delle entità sanzionate, e contestualmente è stato introdotto il divieto alle agenzie di rating attive nell’Ue di dare rating alla Russia. Tutto ciò comporterà nuovi ostacoli nell’accesso da parte di Mosca a molti mercati finanziari.
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Nel mirino finisce nuovamente Roman Abramovich. Nelle anticipazioni sulle sanzioni svelte dai tabloid inglesi, l’ex patron del Chelsea è considerato uno degli uomini più vicini al presidente. Tali rapporti gli hanno permesso di accumulare molte ricchezze oltre che di essere uno dei principali azionisti del gruppo dell’acciaio Evraz, una delle più grandi aziende russe. Ue e Wto hanno inoltre concordato di negare a prodotti e servizi russi la clausola della nazione più favorita sui mercati dell’Unione. Niente trattamenti di favore quindi in campo commerciale, e nuove pesanti limitazioni per tentare di frenare una escalation sempre più pesante.