Arrivano nuove accuse da parte dell’Ucraina alla Russia: “Violentano le nostre donne”. E il sindaco di Brovary: “Hanno ucciso un mio amico”.
Nuove accuse da parte dell’Ucraina alla Russia. Il sindaco di Brovary, riportato da TgCom24, ha sottolineato come “i soldati russi violentano le donne nelle nostre regioni. E’ un problema grave e non capiamo quanto sia diffuso. Ma siamo a conoscenza di casi specifici“.
Una denuncia del primo cittadino arrivata ai microfoni del Corriere della Sera: “Un mio amico è stato ucciso dai militari russi e successivamente i soldati hanno stuprato la moglie. I vicini di casa l’hanno trovata nuda e confusa vicino al figlio piccolo, ma ancora non siamo riusciti a portarla in salvo“.
Un fenomeno che sembra essere molto diffuso in Ucraina. “Abbiamo diverse testimonianze su questo – ha confermato il sindaco di Brovary – ci risulta che alcuni comandanti russi aizzano i loro soldati ad aggredire le mogli e le figlie dei nostri militari o dei volontari civili“.
Le deputate ucraine: “Molte donne aggredite e impiccate”
La versione del sindaco di Brovary è stata confermata dalle deputate ucraine. Le parlamentari, intercettate dai media londinese, hanno parlato di stupri e impiccagioni di donne che non riescono a lasciare l’Ucraina.
E su questa vicenda è intervenuta anche Olha Stefanishyna, vicepremier ucraina: “Ho notizie di storie orribili che riguardano le donne stuprate e assassinate dai militari di Mosca. Ogni singolo soldato che abbia commesso questo crimine di guerra sarà chiamato a risponderne. Donne ucraine, noi rimarremo unite e prevarremo“.
Parole, come detto, sicuramente molto dure anche se da Russia hanno sempre smentito qualsiasi accusa arrivata dall’Ucraina. Un botta e risposta che molto probabilmente continuerà nei prossimi giorni visto che nessuno dei due ha intenzione di fare un passo indietro su questa vicenda.
Accuse che arrivano da Kiev e in futuro non si escludono altre testimonianze di violenze nei confronti delle donne ucraine da parte dei soldati americani in questa guerra che, come abbiamo detto in passato, non sembra essere destinata a finire in breve tempo.
