In Italia sono oltre 55mila profughi dall’Ucraina e i numeri sono in aumento. Il Governo stanzia nuovi fondi per le famiglie che ospitano queste persone.
In Italia sono oltre 55mila i profughi arrivati dall’Ucraina da quando è scoppiata la guerra. Secondo quanto riferito da TgCom24, però, i numeri sono in aumento e già la prossima settimana dovrebbero varcare i confini del nostro Paese altre 30mila persone.
Si tratta di cifre, come detto, in continua crescita e per questo motivo il Governo si è messo subito al lavoro per definire il sistema di accoglienza con delle ordinanze della Protezione Civile. Il piano dovrebbe prevedere la possibilità di accogliere queste persone sia in famiglie, ma anche in case disabitate da tempo, abitazioni che potranno essere affittate attraverso un aiuto dello Stato e in monasteri.
Ma, sempre secondo le ultime indiscrezioni, il Governo starebbe valutando la possibilità di un contributo da 600 a 900 euro (a seconda del nucleo familiare) a tutti i rifugiati ucraini che sono riusciti a trovare un’autonoma sistemazione.
Nuovi fondi stanziati per i cittadini ucraini
Il Governo ha stanziato dei nuovi fondi per l’accoglienza dei profughi ucraini. Si tratta di 400 milioni destinati a sanità, scuola e integrazione. Inoltre, è previsto un contributo per le famiglie che ospitano le persone che arrivano dall’Ucraina.
Aiuti fondamentali per consentire a questi cittadini di trovare una prima sistemazione in attesa di stabilizzarsi nel nostro Paese ed iniziare una nuova vita dopo settimane difficili per la guerra scoppiata ormai da quasi un mese.
Naturalmente non sono da escludere ulteriori fondi nelle prossime settimane. Molto dipenderà dai numeri che saranno registrati in Italia in futuro e dalla durata del conflitto in Ucraina. Il sistema di accoglienza fino a questo momento sembra reggere, ma il timore è quello di avere dei numeri ancora più alti e da qui la necessità di mettere in campo un piano ben preciso per provare a gestire al meglio questa nuova emergenza che, come detto, è iniziata subito dopo lo scoppio della guerra.