Dopo pochi giorni dal suo arrivo in Ucraina, il cecchino più famoso al mondo era stato dato per morto: “Non lo sapevo”
E’ considerato il cecchino più preciso e letale al mondo. E la notizia della sua scesa in campo al fianco degli ucraini, aveva sin da subito fatto il giro del web, scatenando le reazioni più diffuse. Wali, il cecchino canadese considerato il più noto al mondo, era membro del gruppo “JTF-2”, ed ha fatto registrare il record di uccisione a distanza più lunga: 3.540 metri. E’ andato anche in Iraq per combattere contro l’Isis. Anche in quella occasione ha ucciso alcuni miliziani. Nella vita privata, invece, si occupa di tutt’altro: è un programmatore e tecnico informatico.
Pochi giorni dopo il suo arrivo in Ucraina si era diffusa la notizia della sua morte. Sui social si era diffusa la news che parlava di un suo omicidio lampo: “Ucciso dalle forze russe appena 20 minuti dopo essere entrato in azione a Mariupol”, questa la notizia apparsa sui social il 15 marzo. Ma a distanza di qualche giorno è stato lo stesso Wali a smentire la notizia: “Sono stato l’ultimo a sapere della mia morte”, ha ironizzato in una video intervista rilasciata al giornale Toronto Star.
Sulla fama e la storia di Wali si sono scritte pagine e pagine di quotidiani e riviste. Ha fatto parte del più famoso reggimento di fanteria dell’esercito canadese e nella sua “carriera” ha collezionato diversi record. Voci (impossibili da confermare) parlano di numeri incredibili: la media di un cecchino normale è di circa dieci obiettivi al giorno. In Afghanistan e in Iraq, Wali è arrivato ad uccidere fino a 40 persone in meno di 24 ore. “Non sono il migliore del mondo, sono bravo, ma qui in Ucraina c’è gente migliore”, ha dichiarato al Toronto Star. “Sai – ha aggiunto – sono stato un programmatore fino a qualche settimana fa e per essere un bravo cecchino hai bisogno di allenarti ogni settimana e io sono un po’ fuori forma”. “Sono un buon tiratore – ha aggiunto – non ho ancora ucciso nessun russo ma ho dato il mio contributo: i cecchini servono anche ad altro, siamo i migliori osservatori e contribuiamo ad aiutare l’intelligence”.