ESCLUSIVA -Biloslavo (Inviato a Kiev): “C’è rischio serio che guerra si allarghi”

Il giornalista di TGcom24 da un mese in Ucraina: “Basta un incidente ma anche il continuo invio di armi. Io? Ho paura ma la controllo”

Inviato da un mese in Ucraina in una Kiev sotto le bombe. Una vita non facile, soprattutto per chi deve fare lo slalom tra i posti di blocco e le pallottole, cercando prima di tutto di portare a casa ogni giorno la vita ma anche il pezzo, le notizie. La vita da inviato di guerra è difficoltosa, complicata, con adrenalina a mille, ma anche tanta, tanta paura. E’ quello che fa ogni giorno da anni Fausto Biloslavo, un cronista che sta seguendo la guerra in Ucraina per conto di TGcom24, anche se nella sua carriera ha lavorato per importanti network americani ed europei.

L'inviato
L’inviato di guerra in Ucraina per TGcom24 Fausto Biloslavo (Foto Facebook)

A Notizie.com spiega quello che sta succedendo, ma anche quello che fa ogni giorno, da un mese a questa parte. “Sono da un mese a Kiev – racconta il giornalista -, non è facile anzi tutto è piuttosto complicato come è normale che sia. E’ difficile ogni giorno cercare le notizie, andare al fronte e trovare delle storie, ma non è semplice anche perché pure gli ucraini stanno iniziando ad essere tesi, senza considerare che la città è totalmente militarizzata“. Fausto Biloslavo racconta, ma spesso si interrompe perché l’altro telefono che ha in dotazione squilla e allo stesso tempo deve stare attento perché, mentre ci parliamo noi, è di ritorno nel suo albergo e deve stare attento ai posti di blocco e a tutto quello che si muove attorno a lui.

“Per fortuna per spostarci abbiamo trovato macchine elettriche, la benzina non si trova. I miei pranzi e cene? Pane e acqua, più scatolette…”

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L’inviato di guerra in Ucraina per TGcom24 Fausto Biloslavo (foto Facebook)

Per almeno quattro minuti rimaniamo in attesa perché Biloslavo ha ricevuto una telefonata e deve stare fermo in un posto, poi l’intervista con Notizie.com riprende anche se con un po’ d’ansia per il giornalista che, quando si muove, soprattutto per Kiev, deve stare molto attento. “Non è facile oltrepassare i posti di bocco è anche lì sta diventando una situazione un po’ complicata, ma alla fine si riesce sempre“. Ogni giornata non è facile spostarsi in una zona di guerra, ma il cronista ha trovato la giusta soluzione: “Per fortuna abbiamo trovato questo driver interno e lui ha macchine elettriche e siccome l’elettricità c’è ancora, se dio vuole, non abbiamo bisogno di benzina, anche perché non c’è più, non si trova. Senza questa soluzione sarebbe stata complicata andare al fronte

Anche per mangiare quotidianamente non è semplice, soprattutto in questo momento e soprattutto a Kiev, dove non ci sono più posti per andare a rimediare del cibo, vista la situazione: “Per ora andiamo avanti mangiando pane acqua più le scatolette. Timori? La paura ci deve essere sempre perché ti tiene in allerta, ovviamente bisogna controllarla perché bisogna portare a casa la pelle e il pezzo“. Sulla situazione militare e sulla guerra vista da vicino, il racconto di Biloslavo si fa intenso e pieno di angoscia: “I russi non stanno certamente perdendo ma non stanno nemmeno vincendo, avanzano lentamente, a colpi di artiglieria ma vengono sempre respinti. E’ una tattica da seconda guerra mondiale. Se si può allargare il conflitto? Si, c’è questa possibilità ed è seria perché basta un incidente, senza contare che arriveranno nuove armi, io la temo molto questa possibilità purtroppo, qui si respira molto questa cosa“. Non sa ancora per quanto tempo resterà in Ucraina: “Vivo alla giornata non so se resto ancora tanto tempo, l’importante è passare la giornata, questa è la cosa più difficile, anche se mi rendo conto che sto seguendo un evento che leggeremo sui libri di storia“- A casa ci sono la moglie e la figlia di 17 anni che lo aspettano: “Mi aspettano a casa e non vedono l’ora che torni, non riesco a sentirle tutti i giorni, ma con le moderne tecnologie almeno ci riesco“. Se sappiamo tante cose su quello che sta succedendo in Ucraina, è grazie a giornalisti come Fausto Biloslavo.

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