Mariupol è in mano russa: l’annuncio di Kadyrov e dei ceceni – VIDEO

I leader dei ceceni Kadyrov afferma che la città di Mariupol non sarebbe più in mano agli ucraini dopo l’ultima operazione militare: il video racconta cosa sta accedendo. 

Un video, poi l’annuncio, con l’orgoglio di chi ha portato a termine a propria missione. Ramzan Kadyrov, il capo paramilitare della Cecenia da sempre molto vicino al presidente russo Vladimir Putin e noto per i suoi metodi di governo autoritari, è stato inviato con le sue squadre nella città di Mariupol.

Ramzan Kadyrov Mariupol
Ramzan Kadyrov, il leader ceceno fedele a Putin ha preso il municipio di Mariupol © Ansa

Si tratta del luogo simbolo della guerra e delle barbarie. Mariupol è infatti la città in cui il conflitto ha prodotto più vittime e in cui si combatte per strada e casa per casa. I ceceni, fondamentali al fianco dell’esercito russo nelle prime fasi delle invasioni, sarebbero almeno 7mila secondo fonti ucraine.

Kadyrov ha più volte minacciato di essere pronto a rafforzare i tre squadroni presenti in battaglia con altri 50 mila soldati, e spesso posta foto degli addestramenti e dei suoi discorsi all’esercito. Nell’ultimo video però ha chiarito che Mariupol non è più in mano ucraina, svelando i dettagli dell’ultima operazione.

Il municipio di Mariupol in mano ai ceceni: l’annuncio di Kadyrov

teatro mariupol
Teatro distrutto e municipio in mano russa, Mariupol è ormai sotto assedio (AnsaFoto)

Diversi inviati in guerra stanno in questi minuti lanciando sui social una notizia che fa rumore. Il municipio di Mariupol è infatti in mano cecena dopo l’intervento delle squadre guidate da Kadyrov. 

https://twitter.com/HillridgeOSINT/status/1507037717946945541

Lo stesso capo paramilitare è ripreso in un video in cui annuncia di aver portato a termine la missione, proprio nel luogo in cui le vittime hanno raggiunto numeri drammatici. Nelle immagini arriva l’annuncio effettuato tramite Telegram proprio da Razman Kadyrov.

“I ragazzi riferiscono via radio di aver liberato l’edificio e di aver issato la nostra bandiera” ha scritto, sottolineando inoltre che nessuno ha rischiato la vita perché i presenti hanno abbandonato le proprie posizioni. L’assedio quindi prosegue ma il luogo simbolo della città martoriata dalla bombe e dai missili è ora in mano russa.

 

 

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