La sfida di Draghi non è quella di un anno fa: ora anche il Papa lo critica

Davanti agli effetti economici della guerra in Ucraina, ogni giorno più duri, il premier dovrà trovare una vita d’uscita nonostante una maggioranza sempre più scontrosa e instabile.

Draghi
Draghi (Ansa)

C’è già chi preannuncia, come Alessandro Giuli sul quotidiano Libero, una inevitabile metamorfosi di SuperMario. Dopo l’arrivo a Palazzo Chigi con l’obiettivo di salvare l’Italia dalla crisi del Covid, ma soprattutto di dare un ordine e una sicurezza alle finanze in entrata con il piano europeo Pnrr, oggi si trova a dover ricoprire un nuovo ruolo e indossare una nuova veste. 

Quella cioè di un “generale senza truppe” davanti a una guerra improvvisa, che nessuno, tra l’opinione pubblica, avrebbe mai immaginato in un periodo in cui l’unica speranza era quella di uscire, finalmente, dal dramma della pandemia. E non di vedersi gettati a piene mani in un nuovo dramma, quello della guerra.

Le critiche a Draghi e l’oggi che si fa sempre più duro

D’altronde, lo stesso Draghi, carico di tutta la sua sbandierata autorevolezza politica internazionale, non è stato esente da critiche, anche quando i giornali cercavano a tutti i costi di lodare il suo operato. Su pandemia e green pass, e in particolare su quelle parole che assicuravano attraverso il certificato verde “di trovarsi solo in presenza di persone che non contagiano”, i malumori sono cresciuti e non poco. 

Come anche per la nomina del nuovo capo della Stato, quando in molti immaginavano toccasse a lui, mentre invece in quei giorni convulsi si sono palesati tutti i malumori sotterranei di una maggioranza inevitabilmente appiccicaticcia, per molti unita da un solo collante, quello dell’opportunismo e dei fondi del Pnrr. Che nel frattempo, non solo non si vedono all’orizzonte, ma che è sempre ormai più certo che verranno impiegati per rimpiazzare il caro bollette dovuto alla crisi ucraina e alle sanzioni alla Russia, che fanno male tanto allo zar quanto all’Italia stessa.

Il rimbalzo del 6 per cento sul Pil italiano, abbondantemente annunciato negli scorsi mesi, sembra ormai un ricordo lontano che ha lasciato spazio alle ben più attuali crisi energetiche, persino alimentari, e alla corsa al riarmo che il Papa ha giudicato in una maniera che passerà senza dubbio alla storia: “Una pazzia”. Draghi, dal suo canto, ha ringraziato il Santo Padre, assicurandogli che stanno “veramente” cercando la pace. Forse, però, per il Santo Padre e per i pacifisti che in Italia, dicono i sondaggi, sono in larga maggioranza, non lo sta facendo nel modo giusto.

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