Il Presidente russo annuncia aiuti economici da parte di diversi uomini d’affari russi: tra questi anche un uomo considerato vicino a Putin
Uomini d’affari russi pronti a sostenere l’Ucraina. Secondo quanto dichiarato oggi dal presidente Volodymyr Zelensky, ci sarebbero diversi imprenditori russi che avrebbero già offerto cifre sostanziose per ricostruire il Paese dopo i bombardamenti partiti da Mosca. Il leader ucraino ha parlato di ingenti cifre già arrivate a Kyev e di nomi importanti, citando su tutti il patron del Chelsea Roman Abramovich.
Zelensky ha poi spiegato di essere pronto a dare rifugio a chiunque avesse sostenuto la lotta del suo paese contro la Russia. Durante un’intervista con il sito internet Medusa, che si oppone alle politiche di Putin, Zelensky ha affermato di aver ricevuto segnali di sostegno da uomini d’affari russi, tra cui Roman Abramovich. Il leader ucraino ha spiegato che gli imprenditori vicini a Mosca gli avevano spiegato di voler “fare qualcosa” e “aiutare in qualche modo” a ridurre l’escalation militare della Russia. “Alcuni hanno detto di essere pronti ad aiutare a ricostruire il Paese dopo la guerra”, ha precisato Zelensky durante l’intervista.
Abramovich pronto ad aiutare l’Ucraina
Una richiesta che potrebbe essere figlia delle pesanti sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea a Putin, dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina. Sanzioni dure, che hanno colpito il Governo russo e diversi oligarchi e altri individui vicini al presidente russo. Tra questi anche Roman Abramovich, il cui nome è presente nell’elenco delle persone colpite dall’Unione Europea la scorsa settimana. Zelensky ha poi spiegato che alcuni uomini d’affari russi hanno offerto sostegno nella speranza di essere esclusi dalle sanzioni. “Siamo pronti a fornire loro sicurezza e quindi fornire lavoro e sviluppo della loro attività”, ha poi affermato. Abramovich, 55 anni, che ha acquistato la squadra di calcio del Chelsea nel 2003, ha negato di averla acquistata su ordine di Putin, per espandere l’influenza della Russia all’estero all’inizio degli anni 2000.