Spese militari: Conte pronto al dietrofront ma Letta manda messaggi chiari

La crisi di governo sembra scongiurata e oggi il summit potrebbe sancire l’accordo sulle spese militari: fra Conte e Letta però il clima è teso.

Conte forza la mano, ma sa che il tema delle spese militari è caldissimo, e potrebbe portarlo ad una rottura con gli alleati. La crisi di governo, paventata con il mancato voto, sembra al momento scongiurata.

Spese militari conte letta
Giuseppe Conte (Ansa Foto)

Il leader dei pentastellati avrebbe voluto portare avanti la sua resistenza, ha ribadito più volte di non volere la crisi ma ha anche sottolineato che un voto in linea con l’azione di Draghi è una responsabilità tutta del premier. Le sue dichiarazioni finiscono nel mirino, soprattutto a causa dell’aumento ai finanziamenti per la Difesa durante i suoi due governi e al voto favorevole alla legge di bilancio in cui era prevista una grossa somma con identica finalità.

Fra accuse e dubbi, Conte presta molta attenzione alle sue parole. Il suo no all’aumento “massiccio” alle spese militari per molti è un modo per lasciarsi una porta aperta qualora Draghi sia deciso ad andare avanti per la sua strada. La sensazione è quindi che il governo non cadrà, ma resta aperta la partita con Letta dopo la divergenza di vedute sul tema. E il Pd, in tal senso, non ha digerito quanto accaduto. 

Spese militari: Conte incassa i messaggi da Letta e dal Pd

Letta e Conte
Letta e Conte, l’alleanza è minata dalle posizioni del leader pentastellato © Ansa

Dal Pd arrivano messaggi chiari, e sono in corso valutazioni in un momento in cui molti pentastellati sembrano in sintonia con Di Maio, e meno con Conte. Le posizioni assunte sul tema delle spese militari rischiano quindi di creare una frattura in un’ala che mira alle prossime elezioni provando a compattare l’alleanza, e per Conte perdere l’appoggio dei Dem sarebbe un problema non da poco.

Letta però manda messaggi chiari e valuta le posizioni di Di Maio, che sul tema militare e su altre posizioni sembra molto più allineato alla politica del Pd. Secondo il Messaggero avrebbe addirittura detto ai suoi di non capire le posizioni di Conte, e anche nel Movimento in molti si pongono lo stesso quesito. Dietro al voto sulle spese militari c’è quindi qualcosa di più, che potrebbe alimentare tensioni e muovere qualcosa nell’ala progressista, attenta a ciò che accade e agli eventuali passi falsi dell’ex Premier.

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