La città è distrutta, oltre che persa. Il rapporto tra soldati russi e ucraini era già ieri di 5 a 1
Poco fa, le forze filorusse dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk hanno rivendicato di avere il “pieno controllo” della città nell’Ucraina meridionale. A riferirlo, l’agenzia di stampa governativa russa Tass, che ha citato le parole di Daniil Beznosov, “il vice ministro dell’Informazione” dell’autoproclamata Repubblica: “Su Mariupol la pulizia della città continua, il centro è già sotto il nostro pieno controllo”, ha detto Beznosov.
Di Mariupol, ormai, restano solo macerie. La città è distrutta, oltre che persa. Il rapporto tra soldati russi e ucraini era già ieri di 5 a 1, mentre i morti sono soffocati dalla polvere e chi è rimasto in vita vive senza acqua, senza viveri, senza cibo, senza gas, senza assistenza. Non c’è vita, a Mariupol, ma solo distruzione. 70 mila abitanti hanno intrapreso corridoi umanitari, circa 100 mila sono stati evacuati in Russia. Gli altri sono morti. Quanti? Cinquemila, 10mila secondo qualcun altro. Di questi almeno 210 sono bambini. Ci sono poi gli sfollati, forse 400 persone intrappolate sotto una scuola d’arte e altri bloccati chissà dove.
L’incertezza è la costante a Mariupol, a cui si aggiunge purtroppo un dato certo: che la disfatta non è soltanto più vicina, ma è anche realtà. Già, perché poche ore fa è arrivato l’annuncio delle forze filorusse dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk che hanno rivendicato di avere il “pieno controllo” della città nell’Ucraina meridionale. A riferirlo, l’agenzia di stampa governativa russa Tass, che ha citato le parole di Daniil Beznosov, “il vice ministro dell’Informazione” dell’autoproclamata Repubblica: “Su Mariupol la pulizia della città continua, il centro è già sotto il nostro pieno controllo”, ha detto Beznosov.
“Catastrofe umanitaria”
A Mariupol ci sarebbero ancora 160 mila civili intrappolati senza riscaldamento ed elettricità, bersaglio costante dei raid russi. Il sindaco Vadym Boichenko ha dichiarato che tutti i civili devono essere evacuati per salvarli dalla “catastrofe umanitaria” in corso riferendo che le truppe russe si sarebbero rifiutate di offrire una via d’uscita sicura ad oltre venti autobus in attesa di evacuare i civili. La presa di Mariupol permetterebbe a Putin di cpoter contare su un corridoio terrestre tra la Crimea e le zone del Donbass in mano ai separatisti.