L’industria del cinema è in negativo su produzione, distribuzione e box office nazionale.
Il mondo del cinema, dello spettacolo e del teatro in generale soffriva già prima che il Covid mettesse in crisi le nostre vite e vari comparti del settore economico del Paese. Ma la pandemia, con le relative restrizioni introdotte, sembra aver peggiorato notevolmente il quadro.
A sottolinearlo è Cultura identità, che in un articolo di quest’oggi fa il punto su come l’industria del cinema è in negativo su produzione, distribuzione e box office nazionale. I dati sono stati illustrati nell’incontro pubblico promosso dall’ANICA, l’Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali che rappresenta le industrie italiane del cinema e dell’audiovisivo, al teatro Argentina di Roma. L’evento, “La Fabbrica delle Immagini non si ferma” è stato un momento di confronto con le istituzioni e i rappresentanti del Governo per capire quali sfide e quali obiettivi attendono il mondo del cinema.
Una speranza arriva dai numeri sull’occupazione dell’industria dell’audiovisivo: 180 mila i posti di lavoro complessivamente generati (+32% di nuove attivazioni nel 2021 – primi 9 mesi – rispetto al 2019; +77% rispetto al 2020). Cambia anche la qualità, con una forza lavoro più giovane, più qualificata, con più donne e più competenze digitali rispetto alle medie nazionali. Analizzando i dati della relazione di Andrea Montanino di CDP Cassa Depositi e Prestiti, per ogni euro investito nell’audiovisivo, ne deriva che la produzione nell’insieme della nostra economia cresce del doppio. Per quanto riguarda la produzione nel 2021, sono stati distribuiti in sala 353 nuovi film di prima programmazione di cui 153 di produzione o co-produzione italiana, con un aumento di +28 rispetto al 2020 e di + 6 rispetto alla media 2017-2019.
Al Teatro Argentina di Roma c’era anche il Ministro della Cultura Dario Franceschini che si è detto ottimista sulle misure messe in campo per salvare i cinema italiani. Franceschini ha annunciato di aver firmato un nuovo decreto che prevede l’obbligo dei film in sala per 90 giorni prima di andare sulle piattaforme. “Ho già firmato il decreto che prevede 90 giorni nelle sale prima di andare sulle piattaforme. Questo vale da sempre in Italia per i film italiani che hanno avuto contributi pubblici. Ora stiamo lavorando, un po’ come hanno fatto in Francia, per immaginare una norma che estenda la finestra anche a tutti i tipi di film, italiani e non italiani”, ha detto Franceschini. “L’Italia è il Paese che per il mondo della cultura ha messo la cifra in assoluto più grande, anche in percentuale, di tutti i piani nazionali di ripresa e resilienza: sette miliardi. Un investimento molto forte che durerà diversi anni”, ha aggiunto.