La squadra è in corsa per Qatar 2022, ma nessuno pensa allo spareggio con la Scozia: “Ho 64 anni e non mi fanno combattere”
Un uomo solo, ma tutto d’un pezzo. E’ Oleksandr Petrakov il commissario tecnico dell’Ucraina che sin dall’inizio della guerra è rimasto a Kiev, la sua città. Nonostante abbia l’età per lasciare il paese e mettersi al sicuro, il tecnico non ci ha pensato un solo istante. Non ha mai avuto dubbi. “È vero, ho 64 anni, ma potrei eliminare due o tre nemici”, dice senza scherzare mentre parla a un giornalista inglese del Guardian. Appena è scoppiata la guerra si è rifiutato di lasciare Kiev, ma si è anche messo in contatto col governo, affinché gli desse l’autorizzazione a combattere, ma per questioni anagrafiche, gli era stato proposto un altro ruolo.
“Mi hanno consigliato di andare nelle zone occidentali dell’Ucraina, ma ho rifiutato. Sono nato qui e non posso andar via dalla mia città. Non pensavo fosse corretto perché tante persone devono rimanere a difendere il paese e io non voglio scappare. Se servirà, imbraccerò un’arma e difenderò Kiev. Mia moglie non sopporta più i bombardamenti e le esplosioni, quando può porta giù il cane. Io rimango a casa, ma preferirei combattere se potessi” le parole del tecnico al Guardian.
“Dovremmo pensare allo spareggio per andare in Qatar, ma come si fa…”
Nelle scorse settimane si era discusso della possibilità di far allenare l’Ucraina in qualche località più lontana dal conflitto, ma per Petrakov non è una soluzione percorribile. “C’è il rischio che se qualcuno dice che il ritiro della nazionale è cominciato, potrebbero bombardarci. Abbiamo a che fare con persone prive di morale e di principi, non potevamo mettere in pericolo i nostri giocatori. Dovremmo giocare però, perché senza amichevoli sarà difficile per noi affrontare la Scozia agli spareggi per i Mondiali“
“Sarebbe bello farlo a Wembley contro una squadra di Londra – ha detto Oleksandr Petrakov – ci servirebbe da preparazione e manderebbe anche un bel messaggio al nostro esercito” ha spiegato. Il ct è rimasto in contatto con diversi giocatori: “Mi chiamano, mi chiedono di stare al sicuro. Mi dicono che non sopporterebbero l’idea che possa essere ucciso. Di certo qui è più facile che succeda. Inoltre tutti i loro genitori rimarranno in Ucraina e sono preoccupati”.