Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha commentato la situazione economica italiana e il caro alimenti.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, è estremamente seguito sui social, con 108mila followers su Instagram e 188mila followers su TikTok. Originario di Roma e di professione avvocato, in un’intervista per AdnKronos, Dona ha parlato della situazione economica italiana. Considerato che l’inflazione, in Italia, ha raggiunto il picco storico, in quanto non è mai stata così alta dal luglio del 1991, Dona ha voluto esprimere le proprie perplessità in merito all’attuale caro alimenti, oltre ai rincari delle bollette e dei carburanti.
Le parole di Dona
“Se l’inflazione ha raggiunto il record dal luglio 1991, oltre trent’anni fa, lo si deve anche ai prodotti alimentari e alle bevande analcoliche, che con un +5,8% si collocano al terzo posto dei rialzi tra le divisioni di spesa, dopo Abitazione, acqua ed elettricità (+28,3%) e Trasporti (+12,1%)“. I dati evidenziati da Dona evidenziano la preoccupante situazione economica italiana. Il presidente dell’Unc continua: “Si tratta di un aumento del costo della vita, solo per mangiare e bere, pari in media a 323 euro annui a famiglia, che sale a 391 per una coppia con 1 figlio, a 434 per una coppia con 2 figli, 475 per una con 3 figli, una vera e propria stangata“.
Ma chi paga questi rincari? Stando a Dona, è il cittadino comune a farne le spese. “È l’effetto caro bollette e caro carburanti, che oltre ad avere contraccolpi diretti sulle tasche degli italiani quando vanno a fare il pieno di benzina o pagano le fatture di luce e gas, determina una crescita esponenziale dei costi di produzione e di trasporto delle aziende che, indovinate, traslano poi sul consumatore finale i maggiori costi. Insomma, a pagare, alla fine, è sempre la casalinga di Voghera“. Una disamina lucida della situazione, che evidenzia le conseguenze sociali ed economiche dei rincari.
I motivi dell’inflazione e dei rincari
Quali sono i motivi che hanno portato alla situazione economica attuale? Dona spiega il suo punto di vista. “Per alcuni specifici e limitati prodotti hanno influito anche alcuni cattivi raccolti, per la pasta ad esempio il frumento duro in Canada e negli Stati Uniti. Poi però è arrivata la guerra e, in un contesto già allarmante, si sono innescate speculazioni belle e buone. È ovvio che per alcune specifiche materie prime, come l’olio di girasole, per il quale Russia e Ucraina sono i primi due esportatori al mondo e i 2 primi fornitori dell’Italia, ci saranno inevitabili conseguenze sui prezzi, ma il fatto grave è che alcuni prezzi sono già esplosi prima ancora che si registrassero cali dell’import”.
Questa la denuncia di Dona, che a tal proposito specifica: “Non per niente l’Antitrust, dopo il nostro esposto, sta indagando sul mercato dei carburanti“. Ma quali potrebbero essere le soluzioni per risolvere il problema? Dona propone quanto segue. “Chiediamo al Governo Draghi nuovi interventi, ad esempio prolungando la riduzione di 25 cent delle accise su benzina e gasolio anche oltre il 21 aprile”.