Siamo in grado come Nazione, di fare a meno del gas russo? Abbiamo le risorse necessarie per essere autonomi? Risponde l’esperto
L‘Europa alza la voce contro Putin, impone delle sanzioni economiche (che al momento colpiscono soprattutto alcuni Stati), ma poi è incapace di rompere gli accordi commerciali con la Russia, tenendo vivo il cordone ombelicale con Mosca per la fornitura del gas. Un atteggiamento poco comprensibile e che porta solo svantaggi per le politiche economiche di molti Stati Europei (in primis l’Italia). Se si vuole punire Putin per la ferocia con cui sta portando avanti il conflitto, allora non sarebbe più giusto interrompere tutti gli accordi economici con la Russia?
Ma l’Italia, e gli altri Stati Europei, sono in grado di poterlo fare? E se la risposta è negativa, dov’è allora la convenienza? Matteo Villa, responsabile Europa dell’Ispi (Istituto per gli studi di Politica internazionale), prova a porsi la stessa domanda. “Il principio delle sanzioni è che devono fare più male al nemico che a noi. Purtroppo sull’energia non è così. Ridurre il gas russo, non avendo alternative, diventa un grosso problema, ma in primis per noi. Abbiamo davanti agli occhi quello che è successo nell’ultimo anno: la Russia ha già ridotto del 20, 25% le forniture. Cosa è successo ai prezzi? Sono schizzati in alto, sono quintuplicati. con le nostre bollette raddoppiate. Provate ad immaginare cosa succederebbe se togliessimo tutto il gas russo. Non esistono, purtroppo alternative“.
Oggi molti quotidiani italiani accusano il Governo e l’Unione europea di essere ipocriti. Di sanzionare Putin, ma poi di fare affari con lui. “Non si tratta di ipocrisia – continua Villa – i governi europei hanno paura di chiedere sacrifici ai propri cittadini. Leggiamo i numeri: la Russia ha stimato una recessione del 10% al Pil e un’inflazione mensile del 15%. E’ in guerra con noi e la sta sopportando. Per noi – ha dichiarato Villa a Radio Uno – le stime parlano di un calo del Pil intorno al 2% e la situazione sembra già insostenibile, con proteste per gli aumenti. E la stessa situazione si sta vivendo anche in Spagna e in Francia, dove tra poco si andrà a votare”.
Molti sono convinti che con l’arrivo dell’estate sarebbe più facile ridurre le importazioni di gas dalla Russia e che ci salverà la primavera. “Purtroppo non è così. E’ quasi naturale pensre che da aprile ad ottobre consumeremo meno gas. E’ vero, ma non funziona così: in quei mesi dobbiamo fare la scorta per il gas che ci servirà in inverno. Rischiamo ad ottobre di essere in grandissima difficoltà. Servono alternative valide, che non ci portino alla canna del gas. In tutti i sensi”.