Il nuovo anno si è aperto con una serie di incredibili aumenti. Andiamo a vedere dove gli italiani saranno chiamati a spese esagerate
Il 2022 è iniziato sotto il segno dei rincari: dopo due anni difficili, contrassegnati dalla pandemia, dalla crisi economica e da diversi problemi sul lavoro, ci si è messa anche la guerra in Ucraina a pesare sulle tasche degli italiani, costretti ad aumenti e rincari incredibili. Dalla benzina fine alle bollette di luce e gas, il nostro portafoglio è stato colpito da enormi rialzi. Ma cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi? Quali saranno gli ulteriori rincari che colpiranno il nostro portafoglio? Andiamo con ordine.
La benzina ha subito un aumento considerevole nei primi due mesi dell’anno; basti pensare che gli italiani hanno già speso il 22 % in più rispetto alla media generale del 2021 (al momento circa 50 euro in più). I dati mUp Research parlano chiaro: per le macchine a benzina la spesa media è stata di 275 euro (contro i 228 dello scorso anno), per i diesel si è toccata quota 245 euro (nello stesso periodo del 2021 la spesa era stata di 199 euro). Le stime per i prossimi mesi non lasciano spazio a sorrisi: un italiano dovrebbe spendere circa 1750 euro (1560 per i diesel) in benzina: un aumento del 20% . L’Italia (fatta eccezione per i Paesi Bassi) è la nazione europea con l’accusa sulla benzina più alta d’Europa: 0,73 euro al litro (la Germania, per fare un esempio, è a 0,65).
Per quanto riguarda le bollette, la situazione sembra essere ancor più preoccupante. Secondo una stima di facile.it (che si basa sui dati di mUp Research), a parità di consumi con lo scorso anno, gli italiani rischiano di pagare una cifra dell’80% più alta: circa 3000 euro (con un aggravio di 1300 euro a famiglia). Una somma spaventosa, se pensiamo che nel 2021 la spesa media si era aggirata intorno a 1630 euro. Il peso maggiore è sul gas (aumento superiore al 32%). In aumento anche i conti correnti con operatività allo sportello, che saliranno fino al 21%. Spaventoso anche il rialzo dei mutui, con l’indice di riferimento che ne guida l’andamento, che recentemente è salito superando quota 1% (indice a 20 anni), cosa che non accadeva da maggio 2019. Questo significa che chi chiede adesso un mutuo a tasso fisso paga, per tutta la durata del finanziamento, circa 6.900 euro in più di interessi rispetto a un anno fa.