Guerra Ucraina, la campionessa di badminton fa 3000 km per partorire

È la storia di Kristina Sotomayor Dzhanhobekova, scappata dalla guerra per dare alla luce il figlio Samuel: un viaggio assurdo con il lieto fine.

Questa guerra lascerà dietro di sé la solita drammatica striscia di tragedie, di vite spezzate, di famiglie distrutte. Ma nel buio più totale, ogni tanto, c’è anche qualche barlume di speranza. Come ad esempio la storia di Kristina Dzhanhobekova, la campionessa di badminton che è riuscita a scappare dall’Ucraina e oltre a mettere in salvo sé stessa, ha messo in salvo anche il bambino che portava in grembo.

Kristina Sotomayor Dzhanhobekova
La campionessa di badminton Kristina Sotomayor Dzhanhobekova (Instagram)

Al momento dello scoppio del conflitto, infatti, oltre a essere incinta e vicina alla conclusione delle gravidanza, Kristina si trova in Ucraina, nel suo Paese. Quando è iniziata l’invasione da parte della Russia, non ci ha pensato un attimo e ha lasciato Leopolis, la sua città natale per rifugiarsi con il marito e la madre in Spagna. Un viaggio di quasi 3000 km in macchina per evitare di partorire il figlio Samuel sotto le bombe.

L’incredibile storia di Kristina Sotomayor Dzhanhobekova

La campionessa di badminton, giocatrice del CB Oviedo, Mvp della Coppa Iberdrola 2020, ha trovato rifugio ad Aviles (nelle Asturie), visto che il marito Christian Sotomayor, è spagnolo. Kristina ha raccontato la sua storia in un’intervista rilasciata alla Federazione spagnola di badminton: “Il 24 febbraio ho scoperto tramite una chat che erano iniziati i bombardamenti da parte dei russi. Con mio marito non ci abbiamo pensato un attimo. Abbiamo chiuso i conti e siamo partiti per tornare qui visto che lui è spagnolo“.

La campionessa di badminton insieme al marito Christian Sotomayor (Instagram)

Abbiamo ricevuto davvero tanto aiuto, anche da parte dell’ambasciata spagnola. È stata addirittura aperta una raccolta fondi per ricominciare la nostra vita qui, non so davvero come ringraziare tutti quelli che ci hanno teso la mano. Le gare dopo il parto? Non vorrei che la mia carriera finisse qui, ma per il momento devo pensare solo a mio figlio. Non posso pensare di lasciarlo, viaggiare per me sarà molto più complesso di prima“.

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