Il fondatore di WikiLeakes rischia fino a 175 anni di carcere negli Stati Uniti, la compagna: “Perchè non difendere un innocente? Morirà”.
Torniamo sulla vicenda fatta conoscere da Le Iene in un servizio reso noto ormai tempo fa, ma che sembra quanto mai attuale visto il momento storico in cui ci troviamo. Parliamo di Julian Assange, fondatore dell’organizzazione WikiLeakes, che nel 2010 ha iniziato a diffondere anonimamente documenti riservatissimi, portando alla luce stragi e corruzioni che riguardano governi e colossi industriali di mezzo mondo. Come ogni vicenda, l’operato del capo di WikiLeakes divide: molti lo reputano un eroe mentre il governo degli Stati Uniti lo ritiene un nemico a cui dare la caccia, un terrorista insomma. Ma andiamo per ordine.
Tutto nasce diversi anni fa con il servizio “Collateral murder“: il video che per primo ha denunciato crimini di guerra americani in Iraq. Parliamo del luglio 2007, Bagdad è sotto il controllo degli USA, ed i militari notano un uomo armato: in realtà però la persona in questione a tracolla non porta un fucile, bensì una telecamera, ma i soldati americani non la pensano allo stesso modo e dal video si nota il massacro che colpisce decine di innocenti.
La compagna di Assange: “Lo porteranno ad ammazzarsi“
Il calvario comincia quando in Svezia viene emesso un mandato di cattura ai danni di Assange, facendolo così diventare ricercato in tutto il mondo. La polizia lo mette sotto indagine per stupro, anche se i rapporti avuti erano con due ragazze consenzienti. Questo comunque risulta essere un modo per estradarlo e quindi impedirgli di pubblicare documenti anche negli.
Si consegna alla polizia inglese e, a seguire, l’ambasciata che doveva difenderlo, inizia a spiarlo. Avrà un bracciale che lo controllerà 24 ore su 24, il mandante sembrerebbe l’intelligence americana, la CIA. L’uomo è stato trasferito in una prigione di massima sicurezza e rischia una condanna che potrebbe portarlo a 175 anni di carcere. La compagna Stella Morris spiega: “Ha pubblicato solo verità, la battaglia contro il segreto può essere vinta“.
Il mondo intero mostra vicinanza, da Lady Gaga e Pamela Anderson, da registi di fama mondiale e cantanti dei Pink Floyd. Ad ogni modo la sua partner è sicura: “E’ un piano per ammazzarlo. Mike Pompero e il presidente Trump hanno discusso di assassinare Julian all’interno dell’ambasciata“.
Stiamo quindi parlando degli Stati Uniti che uccidono illegalmente un giornalista per ciò che ha pubblicato documenti importanti e la donna aggiunge: “L’Arabia ha fatto lo stesso con Jamal Kashoggi e non cambia nulla se a procedere in questo modo sono gli USA“. Assange dall’aprile 2019 è ormai isolat nella prigione più estrema degli Stati Uniti e non vi sono altre immagini di lui, la partner commenta: “E’ un abuso illegittimo della legge del sistema di estradizione, per renderlo prigioniero a vita e portarlo ad ammazzarsi“. Chiosa poi Stella Morris: “Temono sia in possesso di documenti che possano condannarli in sede di processo e così in prigione hanno messo lui. Perché non difendere un innocente?“.