Altre sanzioni per la Russia nelle ultime ore. Dopo la decisione ufficiale da parte di alcun brand esteri importanti in tanti, però, si chiedono una cosa: che fine farà il ‘Made in Italy’?
Continuano le sanzioni nei confronti della Russia dopo l’attacco e l’invasione all’Ucraina. Proprio nella giornata di ieri la presidente della Commissione dell’Unione Europea, Ursula Von der Leyen, ha comunicato altre ammende per il paese di Vladimir Putin. Anche se in molti si stanno domandando se tutte queste sanzioni non possano non provocare dei danni anche all’Italia.
Di questo ne ha parlato il quotidiano ‘Economy‘ con un interessante articolo che è stato pubblicato proprio questa mattina. Le ammende contro la Russia e la Bielorussia sono state più che immediate. Tanto è vero che sono nati non pochi problemi dal blocco del commercio verso la Russia ed anche la chiusura dello spazio aereo americani, del Regno Unito e della stessa Ue.
Di conseguenza anche le aziende leader americane hanno deciso di non fare più affari con il paese invasore: quasi 150 hanno deciso di non avere più rapporti lavorativi. 178, invece, quelle che hanno sospeso (almeno temporaneamente) le attività. Così come Apple e McDonald’s hanno deciso di sospendere le loto vendite. Non una cosa da poco visto che rappresentano addirittura il 9% del fatturato, vale a dire almeno 3 mesi di stipendio per i dipendenti che lavorano in Russia.
Sanzioni Russia, che fine farà il ‘Made in Italy’?
Di questi seguono Microsoft, Nike, Coca Cola, PepsiCo e Starbucks. Anche la Francia ha voluto alzare la voce: Lymhm, Hermes, Kering e Chanel, ovvero uno dei settori leader della moda hanno deciso di chiudere tutti i negozi e di sospendere la vendita della loro merce. Tanto è vero che alcune influencer russe, in segno di protesta, hanno deciso di distruggere con delle forbici capi firmati francesi invitando le loro colleghe a fare lo stesso visto che sono vittime di “Russofobia“.
Anche le ditte di spedizione come FedEx e Ups, Dhl non ne vogliono più sapere nulla. Stesso discorso anche per Maersk (danesi) e l’Italo-svizzera Msc hanno bloccato le spedizioni. Adesso, però, tutto il Made in Italy che fine farà? Le Pmi italiane devono fare molto presto per trovare delle soluzioni in merito per cercare di posizionare l’export russo verso mercati solidi e “amici”. Proprio come stano facendo dagli Stati Uniti D’America.