E’ arrivata la decisione del Gup di Genova sui 59 indagati per la tragedia del Ponte Morandi. Tra di loro c’è anche l’ex ad di Autostrade Giovanni Castellucci.
Il Gup di Genova ha rinviato a giudizio tutti i 59 indagati, tra cui l’ex ad di Autostrade Giovanni Castellucci, per la tragedia del Ponte Morandi. Il giudice per l’udienza preliminare ha quindi accettato la richiesta avanzata dalla Procura e il processo prenderà il via il prossimo 7 luglio.
Processo penale che non riguarderà Autostrade per l’Italia e Spea. Le due società, indagate per responsabilità amministrativa in relazione al comportamento dei propri dipendenti, hanno deciso di patteggiare (richiesta accettata dal giudice) ed ora dovranno pagare 30 milioni di euro come risarcimento di danni.
La tragedia del Ponte Morandi
Erano le 11:36 del 14 agosto 2018 quando a Genova una parte del Ponte Morandi collassò insieme al pilone 9. Un crollo che provocò 43 morti e diversi feriti. Immediata l’apertura di un’indagine per capire meglio le responsabilità di questa tragedia che non segnò solamente la Liguria, ma l’intera Italia.
L’inchiesta ha portato alla luce i seri problemi strutturali del Ponte, ma soprattutto gli scarsi investimenti in manutenzione effettuati subito dopo la manutenzione. Da qui la decisione di iscrivere sul registro degli indagati ben 59 persone, tra cui anche l’ormai ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci. Ora a quasi quattro anni da quel tragico giorno la decisione di rinviare a giudizio tutti i coinvolgi in questa vicenda.
Il processo penale inizierà il prossimo 7 luglio e, come ammesso anche da Egle Possetti (portavoce del comitato delle familiari delle vittime), la speranza è quella di avere un percorso giudiziario e soprattutto senza intoppi.
Toccherà, quindi, ai giudici di Genova decidere sulla condanna delle 59 persone iscritte sul registro degli indagati dalla Procura al termine di una lunga indagine. Processo che non vedrà tra gli imputati, invece, Autostrade e Spea. Le aziende, infatti, hanno patteggiato e dovranno pagare 30 milioni di euro come risarcimento danni. Una decisione che li fa uscire definitivamente da questo procedimento giudiziario.