Gb, scoperta tecnica rivoluzionaria nel campo del ringiovanimento cellulare

La scoperta in Gran Bretagna che potrebbe cambiare il campo della chirurgia estetica e nello specifico offrire una tecnica estremamente efficace per quanto riguarda, ad esempio, il trattamento delle ferite. Ma ci sono da fare delle distinzioni importanti. 

laboratorio
(Ansa)

Si tratta di una tecnica di riprogrammazione cellulare, messa a punto dal premio Nobel Shinya Yamanaka, che verrà utilizzata per ringiovanire le cellule della pelle chiamate “fibroblasti”. Questa permetterà loro di trasformare cellule mature e differenziate in cellule staminali pluripotenti indotte.

La tecnica frutto del lavoro del premio Nobel

Dopo una prima fase, la tecnica è stata sottoposta a un programma di rivisitazione e correzione, in cui i ricercatori hanno usato lo stesso cocktail di proteine ringiovanenti somministrandolo tuttavia alle cellule solamente per una durata pari a tredici giorni, al contrario dei tradizionali cinquanta utilizzati fino a quel momento.

In questo modo è accaduto il fatto che ha aperto una strada nuova. Le cellule parzialmente riprogrammate hanno perso tutti i segni dell’età, per una durata temporanea anche la loro stessa identità. Solo in un secondo momento, quando sono state coltivate in condizioni normali, hanno riacquisito la loro identità di cellule della pelle e hanno ricominciato a produrre collagene, nella stessa modalità delle cellule più giovani.

Il meccanismo con cui si è verificato questo secondo passaggio è tuttavia ancora tutto da scoprire. La tecnica utilizzata dai ricercatori ha previso la simulazione di una vera e propria ferita. In questo modo, si è scoperto che fibroblasti ringiovaniti migrano verso il taglio più velocemente rispetto a quanto compiono quelli non trattati.

Il commento ottimistico del genetista italiano

Il segnale che ne è emerso è così risultato piuttosto promettente, almeno per quanto riguarda la guarigione delle ferite, che attraverso questa tecnica potrà avvenire in maniera probabilmente prima impensabile. Il genetista dell’Università di Roma Tor Vergata Giuseppe Novelli ha così commentato in maniera piuttosto ottimista.

“Pochi giorni fa esperimenti simili, ma condotti in vivo su topi, avevano dimostrato che questa tecnica di riprogrammazione parziale non produce instabilità genetica e tumori come accade invece con la riprogrammazione totale ma gli orologi dell’invecchiamento sono rimasti bloccati per molti organi come fegato, reni, muscoli, milza e polmoni”, ha affermato Novelli.

“I dati inglesi confermano questi risultati e certamente aprono una nuova strada almeno per la pelle. Rinfrescare le cellule negli esseri umani che invecchiano, invece, sarà molto più complicato, dati i pericoli di gravi effetti collaterali”. In sostanza, chi pensa che si possa utilizzare questo tipo di tecnica medica solamente per farsi più giovani e belli dovrà frenare e ricredersi, per diverse ragioni. Ma può tenere accesa la speranza per tutto ciò che riguarda il campo propriamente medico.

“In futuro potremmo pensare di sfruttare il ringiovanimento cellulare per sviluppare trattamenti nuovi con cui rallentare o far regredire malattie che compaiono con l’età, come l’osteoporosi, il diabete e la demenza”.

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