A pochi giorno dal voto presidenziale in Francia, il presidente Macron sembra perdere parecchio terreno rispetto alla candidata di destra Marine Le Pen. Così lui stesso prova a fare il punto della situazione.
Si avvicinano le elezioni presidenziali in Francia, che avranno luogo questa domenica. Le previsioni danno un testa a testa tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen come scenario probabile, ma non certo, con la terza incognita del candidato di estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon. Da giorni tutti gli istituti di sondaggi registrano un’ascesa di Marine Le Pen e un calo di Emmanuel Macron, che non riesce più ad arrivare al cuore dei francesi.
I cinque anni di governo Macron e tutti i problemi aperti
Già nel 2017 c’era l’impressione di una scelta fatta per mancanza di alternative, ma dopo 5 anni di governo una buona parte dell’elettorato sembra riversagli addosso tutte le mancanze e le inadempienze. Macron è il presidente delle élite, della globalizzazione, di una Francia metropolitana e non di certo rurale, operaia o di provincia.
Quest’ultima oggi si ribella fortemente all’attuale Macron, e quegli stessi voti andranno a Marine Le Pen. A un tratto della sua presidenza, anche i militari si sono espressi duramente contro il presidente francese, che dal suo canto ha cambiato due capi di Stato maggiore e ancor più di recente il capo dei servizi segreti, dopo avere ordinato il ritiro dal Mali.
In tutto ciò la pandemia ha segnato uno spartiacque non indifferente, e con l’arrivo della crisi ucraina i consensi alla candidata di destra Le Pen sono schizzati alle stelle. Mentre le proposte di Macron sono risultate sempre più impopolari, dall’innalzamento della pensione a 65 anni all’inizio a 12 anni dell’alternanza scuola-lavoro. Senza contare che per la riforma delle pensioni il governo francese si è rivolto ai consulenti della multinazionale McKinsey, pagandola profumatamente.
L’intervista al quotidiano La Repubblica
Così in questi giorni Macron tenta in tutti i modi di recuperare, con interviste ai giornali che sono visibilmente scritte e visite in quelle periferie che di certo non lo vedono di buon occhio. In un’intervista al quotidiano italiano La Repubblica, tuttavia, Macron afferma di volere restare “altri 5 anni all’Eliseo per sconfiggere tutti gli estremismi”.
Ripercorrendo quanto fatti in questi cinque anni, dal suo punto di vista ovviamente, Marcon indica il campo dell’immigrazione come uno dei più problematici, su cui “è nata un’ansia”. “Non sono riuscito a calmarla e ha alimentato molto i partiti estremisti”, ammette. Con risposte a suo avviso “semplicistiche e contro-verità che coltivano le paure”.
Il suo più grande rimpianto di questi cinque anni? “Il tempo”, risponde Macron. “Le cose vanno così in fretta. Rimpiango di non aver avuto cinque anni fa l’esperienza che ho oggi. Senza dubbio, mi è mancato il tempo a causa della sequenza degli eventi, della tirannia dell’immediatezza e a volte per errori o indisciplina. Forse ho dedicato troppo tempo a cose secondarie“.