Minorenne vessato dai bulli: pagava il pizzo per protezione

Un minorenne ha deciso di pagare delle cifre incredibili per farsi proteggere dai bulli. I carabinieri sono venuti a conoscenza di questa particolare vicenda solamente dopo la denuncia dei genitori.

Assolda dei giovani per farsi difendere dai bulli, ma ben presto questi angeli custodi si sono trasformarsi in dei veri e propri aguzzini. La particolare vicenda è avvenuta nelle scorse settimane in provincia di Vicenza e gli inquirenti l’hanno resa nota solamente dopo che il Gup ha deciso di rinviare i tre a giudizio con l’accusa di circonvenzione di incapace.

Minorenne pizzo carabinieri
Un minorenne paga il pizzo per farsi proteggere dai bulli: tre arresti © Ansa

Secondo quanto raccontato da Today.it, il 17enne si è rivolto a questi tre ragazzi per farsi proteggere dai bulli. I giovani, però, hanno approfittato delle debolezze e delle fragilità del minorenne chiedendo somme che andavano da 20 a 100mila euro per svolgere questo compito.

Un vero e proprio pizzo che il ragazzo ha sempre pagato all’insaputa dei genitori. E sono stati proprio questi ultimi a denunciare la vicenda ai carabinieri quando hanno scoperto gli ammanchi di denaro.

Le indagini e il rinvio a giudizio

Carabinieri
I carabinieri hanno iniziato l’indagine dopo la denuncia dei genitori © Ansa

La denuncia ha portato la Procura di Vicenza ad aprire un’indagine per accertare meglio quanto successo. Gli approfondimenti dei carabinieri hanno ricostruito la vicenda e, soprattutto, confermato la richiesta dei soldi da parte dei tre giovani al 17enne per proteggerlo dai bulli.

Il Gup, dopo aver letto tutte le carte, ha deciso di rinviare i tre ventenni a giudizio per circonvenzione di incapace. Nei prossimi mesi inizierà il processo nei confronti dei ragazzi e toccherà ai giudici vicentini prendere una decisione nei confronti dei giovani che, come detto, hanno sfruttato le debolezze e le fragilità della loro vittima per chiedere cifre dai 20 ai 100mila euro per difenderlo dai bulli.

Al momento non sono stati segnalati altri episodi simili. Gli inquirenti, comunque, nelle prossime settimane proseguiranno tutti gli approfondimenti per capire se questo modus operandi è stato utilizzato in passato dagli stessi ventenni o da altri gruppi di ragazzi.

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