Gas, la proposta italiana all’Europa per abbassare i prezzi

Il governo cerca di muoversi in anticipo e da apripista. Intanto oggi Draghi vola ad Algeri per chiudere un accordo che aumenterà di ulteriori 10 miliardi di metri cubi la fornitura da parte del Paese del Maghreb

Sarà una bolletta energetica più pesante di 68 miliardi di euro all’anno quella italiana, prendendo in considerazione petrolio, gas e carbone. Uno scenario da allarme rosso che, secondo i numeri da brividi riportati dal Centro Studi di Confindustria, durerà almeno fino al 2023.

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Il presidente del Consiglio Mario Draghi nella sala Polifunzionale duranta conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio dei Ministri (Ansa)

Per questo motivo il governo sta provando a muoversi d’anticipo, fissando un tetto massimo ai prezzi di luce e gas, mentre si continua a cercare un modo per sostituire le forniture dalla Russia. Il premier Draghi sarà oggi ad Algeri (insieme a Cingolani, Di Maio e l’ad di Eni, Claudio Descalzi) proprio per l’accordo che incrementa di ulteriori 10 miliardi di metri cubi (oggi sono 20) le forniture dal Paese magrebino.

I due tavoli dell’Italia

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Draghi oggi ad Algeri per chiudere un nuovo accordo di fornitura (Ansa)

Per quanto riguarda i prezzi in Italia il primo tavolo prevede un pacchetto di gas e di energia da fonte rinnovabile, fino al 60% intorno a 25-30 terawattora, destinato alle Piccole e medie imprese e a quelle energivore: in questo caso il tetto sarà stabilito dal Mite in base ai costi delle varie tecnologie e ai prezzi medi degli ultimi dieci anni. In riferimento al gas il prezzo non dovrebbe superare i 60 euro per megawattora, cioè il 40% in meno di quanto richiesto allo stato attuale dal mercato Ttf di Amsterdam. Si tratterebbe di un intervento limitato alla produzione nazionale, che dovrebbe toccare quota 5 miliardi di metri cubi.

Il secondo tavolo è quello europeo, dove l’Italia ha proposto di fissare un tetto al valore del gas, anche quello proveniente della Russia (che a oggi rappresenta il 70% del fabbisogno del Vecchio Continente), su una soglia che dovrebbe essere di 80 euro per megawattora (almeno per 3 mesi) e che si rivelerebbe come una sorta di “embargo mascherato” per Mosca. L’idea ha trovato subito resistenze da parte di Germania e Olanda. Esistono infatti delle difficoltà tecniche per poter applicare un tetto al mercato interno, ma la strada appare di fatto obbligata. Se ne continuerà a parlare.

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