E’ notizia di queste ore che la guerra mediatica tra Fabrizio Corona e i Ferragnez sta continuando in tribunale: scopriamo quanto accaduto al re dei paparazzi.
E’ una vicenda che risale a diverso tempo fa, precisamente al 2019. In occasione di un’intervista, Fabrizio Corona, aveva utilizzato delle parole poco rispettose nei confronti di Fedez e di sua moglie Chiara Ferragni, con tanto di appellativi di scarso gusto indirizzati alla coppia e facendo inoltre riferimento alla piccola Vittoria, figlia del cantante e dell’influencer. Termini e modi mal digeriti dai diretti interessati, che si sono da subito mossi per denunciare l’accaduto.
All’epoca infatti Chiara era in dolce attesa e le parole del paparazzo colpirono anche la sfera privata dei due ragazzi. Una querelle che dal dibattito mediatico, è arrivata direttamente in tribunale. I Ferragnez non hanno gradito l’atteggiamento irrispettoso e diffamante di Fabrizio Corona, che si è spinto oltre rispetto alle semplici battute, toccando anche l’aspetto famigliare e lavorativo dei due: ora, di conseguenza, il paparazzo è imputato per diffamazione.
Ecco come Corona definì i Ferragnez…
Il fotografo dei vip all’epoca nominò “ebeti” i due coniugi ed oltre a questo fece anche osservazioni sulla dolce attesa di Chiara Ferragni, sostenendo che i due avessero programmato il sesso della loro secondogenita Vittoria per fini editoriali. Come riporta il Corriere della Sera, la Procura di Milano aveva chiesto l’archiviazione dell’accusa, sia nei confronti del paparazzo che del giornalista che ha pubblicato l’intervista. Chiara Cipolla, il giudice per le indagini preliminari, sulla scorta dell’opposizione presentata dagli avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietroluzzi ha invece ordinato al pm l’imputazione coatta nei confronti del fotografo dei vip.
Ad arricchire la vicenda c’è un altro episodio: Corona infatti, attraverso i social, ha postato un video nel quale derideva l’ultimo lavoro del cantante, motivo per cui i legali di Fedez e sua moglie a gennaio hanno presentato un’ulteriore querela. La difesa aveva sostenuto che quelle del fotografo fossero “iperboli espressive”, ma il giudice ha replicato che “l’abitudine alla volgarità e alla scurrilità non elide il contenuto offensivo delle parole ma anzi lo amplifica“.