Lavenia: “Bimbi che si sparano per gioco? Disagio e rabbia, anche emulazione”

Parla lo psicologo esperto anche di dipendenze psicologiche: “Ci sono giochi che hanno codici da rispettare, uno di 8-9 anni non può giocare a Gta”

Aumentano i casi di bambini e ragazzi che usano pistole vere per gioco, purtroppo con situazioni che diventano tragiche. Troppi giovani stanno rischiando di bruciarsi e rovinarsi la vita per dei giochi effettuati con le armi vere, sembra quasi non credano che possa essere pericoloso, anche a rischio della vita, come è accaduto in Florida, ma anche in tante altre parti del mondo. Ne abbiamo parlato con un espero, il dottor Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, che a Notizie.com cerca di analizzare il problema, tentando di capire il momento e mettendo a disposizione la sua esperienza. “I ragazzi in questo momento sono in una particolare difficoltà, abbiamo fatto una ricerca di giovani che vanno dagli 8 ai 19 anni quasi cinquemila ragazzi, loro manifestavano sempre di più aggressività, rabbia depressione e quindi soprattutto nei ragazzi la depressione si manifesta con l’aggressività verso l’altro“.

Lo specialista
Lo psicologo Giuseppe Lavenia (facebook)

Il dottor Lavenia prova ad approfondire: “Ci sono challenge pericolose, lo spararsi un po’ è lo stesso tipo di modalità, rappresenta il disagio che stanno presentando ed è da lì che bisogna partire, dal disagio che hanno. La metà del campione aveva questa rabbia, più che rivolgerla verso se stessi la mostrano verso gli altri, questo ti può far capire come stanno in difficoltà. I Videogiochi? Il rischio emulazione c’è sempre, più bambini sono piccoli più c’è rischio, ma non è il gioco che porta l’aggressività, ci sono giochi con dei codici che andrebbero rispettati, spesso diamo a ragazzini piccoli giochi che non possono fare e non sono per la loro età come se facciamo vedere immagini che non possono vedere e quindi questo può stimolare dei principi di emulazione

“E’ cambiato il concetto di fare esperienza, noi la facevano col contatto e con i sensi, adesso molto è virtuale…”

PlayStation
In Africa è esponenziale la crescita dei videogiochi dovuta alla anche alla diffusione di Internet (Getty Images)

E’ cambiato tutto, soprattutto il concetto dei giochi e l’approccio che si ha con essi. E su questo lo psicologo Giuseppe Lavenia, che collabora con Repubblica e con la Rai, cerca di esprimere una riflessione che è molto chiara e alla quale bisognerrebbe prestare attenzione: “Se faccio giocare Gta che è un gioco molto aggressivo e violento a uno di 8-9 anni che non ha la capacità di elaborare quelle immagini, può andare in difficoltà. E’ chiaro che l’iperconnessione ha aumentato questo rischio, adesso c’è anche la guerra che non aiuterà, con bimbi sempre più piccoli che sono esposti a sempre più connessione internet con contenuti che non sono per la loro età“.

E’ cambiato il concetto di fare esperienza – spiega Lavenia -, noi facevamo esperienza con il tatto e con i sensi toccavano colpivano, adesso è molto virtuale, senza il contatto con l’altro, la tecnologia lavora sulle emozioni quindi su qualcosa di istintivo non lavora sul creare relazioni e mettersi nei panni dell’altro e questo è il vero tema sul quale bisogna lavorare, la tecnologia sta rendendo meno capaci di esprimere un forte legame, un sentimento e così aumenteranno sempre di più le incomprensioni. Saranno meno capaci anche di acquisire esperienza dalle situazioni concrete. i bambini piccoli che non usano i tasti ma usano il touch, è un bambino che digita non sulla tastiera ma sul touch utilizza un solo dito e non un’intera mano perderà, come diceva la Montessori, l’intelligenza della mano che è fondamentale per l’acquisizione dei sensi. Bisogna fare un’educazione attenta, fare più informazione possibile sull’educazione digitale. E’ fondamentale”

Gestione cookie