Dopo essere rimasti chiusi in casa perché costretti dalla paura del Covid, abbiamo riscoperto la vita all’aria aperta
Una volta dalle campagne o dai paesi di montagna si provava ad andare a cercare fortuna a e magari lavoro in città, dove le possibilità erano sicuramente maggiori. Ora, dopo il lockdown che ci ha costretti a chiuderci in casa per mesi, è cambiata la sensazione di libertà. Con essa sono cambiate anche le nostre usanze e le destinazioni gradite.
Paese di montagna – Ansa fotoSiamo tutti alla ricerca di aria aperta, spazi nuovi, di quel verde che oramai non abbiamo più nei quartieri delle nostre città, alla ricerca di ossigeno fisico e mentale, difendendoci dagli assalti termici, chimici, virali. Ed ecco che le imminenti vacanze di Pasqua fanno registrare il tutto esaurito nei luoghi di montagna: un italiano su quattro ha deciso di andare a trascorrere qualche giorno in alta quota. Ed è per questo che un censimento di Legambiente, reso noto oggi, fa invertire la tendenza della corsa verso le città e ha fatto scoprire che ex colonie e caserme di frontiera, centri sportivi per ospitare gli atleti, alberghi, bed and breakfast per far rilassare i turisti, casette da ristruttura in quota e villini da riscoprire, sono la nuova frontiera post covid.
Servizi e infrastrutture da migliorare
Secondo i dati dell’ufficio studi Tecnocasa, nel primo semestre del 2021 la percentuale di chi ha acquistato una seconda casa in montagna è stata del 6,4%, quasi un punto in più del 5,5% pre pandemia. Con una crescita di valore modesta, ma continuativa e segnata da maggiori speranze di crescita futura. Una tendenza che viene confermata dall’analisi di 303 località alpine italiane. Fino al periodo pre pandemia le seconde case non erano vissute se non per qualche giorno all’anno e per determinati periodi festivi. Mentre lo smart working sta ampliando le modalità di utilizzo, influendo anche vacanze o i giorni di ferie. Questo nuovo modo di vivere le località di montagna però deve andare di pari passo con la crescita di infrastrutture e servizi: “La crescita dello smart working richiede la banda larga” ha precisato Sabrina Lucatelli, direttrice di Riabitare l’Italia, “bisogna garantire servizi adeguati. E non dimenticare la lezione del covid che ha mostrato quanto ci è costato penalizzare la rete della medicina di base a vantaggio di pochi grandi hub della salute. Oggi il 67% dei giovani delle aree interne vuole restare, dargli la possibilità di farlo serve a tutti”.
E i prezzi? Come conseguenza della grande richiesta, sono saliti alle stelle. A Cortina d’Ampezzo nel 2021 – si legge nel rapporto “Abitare la montagna nel post covid” – il valore degli immobili è arrivato a 13.500 euro a metro quadrato, a Madonna di Campiglio a 13 mila, a Courmayeur a 11 mila.