Sono passati tre anni dall’incendio che ha devastato la Cattedrale gotica di Notre Dame de Paris, una delle più antiche e importanti di tutta la cristianità. Da allora, si sono fatti tanti progetti, si è discusso molto, nel frattempo sono ripartiti i lavori e un po’ alla volta la Cattedrale sta ritornando alla sua bellezza originaria.
C’è un esercito di artigiani e operai al lavoro da mesi e mesi per la ricostruzione, per la bonifica e per la pulitura dalle polveri causate dalla devastazione di quella notte, che ha visto le guglie sbriciolarsi davanti agli occhi dei parigini e dei turisti attoniti, affiancati da un gruppo di giovani cattolici in preghiera capaci di offrire una forte testimonianza dal valore simbolico, con immagini che in poco tempo fecero il giro del mondo intero diventato emblema di quel doloroso evento.
La ricostruzione a buon punto
Tra poco dovrebbe quindi terminare la pulizia interna delle volte, delle mura e del pavimento, così come anche quella delle volte, per lasciare spazio solamente alla ricostruzione e alla restituzione alla cattedrale del suo “candore originale”, come hanno spiegato i responsabili del vasto cantiere venerdì 15 aprile, alla vigilia dal terzo anniversario della catastrofe.
Prima di quel doloroso incendio, la cattedrale riconosciuta come potente simbolo di Parigi e della sua cultura cristiana accoglieva ogni anno 12 milioni di visitatori, 2.400 funzioni religiose e 150 concerti. Dopo l’incendio, i lavori per la ricostruzione hanno visto anche uno slancio di solidarietà senza precedenti. In poco tempo sono arrivati da tutto il mondo donazioni per 844 milioni di euro. Tra questi, anche i grandi marchi di moda e lusso francesi hanno fatto a gara fin dal primo momento per mettere a disposizione denaro per la ricostruzione della Cattedrale. Pensando non tanto al valore simbolico e culturale della questione, ma al ritorno in termini di immagine e marketing.
L’obiettivo del governo è quello di riaprire la cattedrale al pubblico nel 2024, anno in cui avranno luogo i Giochi Olimpici di Parigi. Per quanto riguarda l’indagine sulle cause dell’incendio, ad oggi la versione principale resta quella diffusa nel 2019 dal procuratore di Parigi Rémy Heitz, che aveva parlato di un incidente provocato da una sigaretta spenta male oppure da un guasto elettrico. Un dossier di France Presse parla di causa “al 99% accidentali”.
Le polemiche divampate negli scorsi mesi
Mentre invece negli scorsi mesi sono divampate le polemiche sulla ricostruzione effettuata all’interno della Cattedrale. Con una lettera pubblicata da La Tribune de l’Art e da Le Figaro, lo scorso dicembre cento intellettuali si sono espressi contro il restauro della cattedrale giudicato “disneyano”, criticando cioè fortemente il progetto di riqualificazione dell’interno della Cattedrale di Notre-Dame messo a punto dall’Arcidiocesi di Parigi e da Gilles Drouin, direttore dell’Institut supérieur de liturgie de l’Institut catholique de Paris.
L’Arcidiocesi infatti ha pensato di sfruttare il progetto per trasformare l’interno della Cattedrale, per alcuni stravolgendo completamente l’arredo e lo spazio liturgico concepito originariamente dal grande architetto Viollet-le-Duc. Inserendo opere di arte contemporanea, come proiezioni di estratti della Bibbia sulle pareti, illuminazioni cangianti ed eccentriche e altri elementi che puntano a favorire un “dialogo” tra vecchio e nuovo ma che hanno fatto storcere più di un sopracciglio.
“Quello che le fiamme hanno risparmiato la diocesi vuole distruggere”, era il titolo del duro appello dei firmatari. Dopo la defenestrazione del vescovo di Parigi Michel Aupetit, di cui Papa Francesco ha accettato le dimissioni “non sull’altare della verità ma su quello dell’ipocrisia”, giudicando cioè le accuse nei confronti del popolare vescovo insussistenti, i lavori della cattedrale parigina procedono spediti verso il termine. In attesa della riapertura, e di vedere che cosa ne sarà davvero dello splendore originario.