Europa e Stati Uniti preoccupati dal rischio di una potenziale escalation nucleare del conflitto. Dal Cremlino arriva l’avvertimento diretto a Stoccolma e Helsinki, intenzionate a entrare nella Nato: “L’equilibrio dovrà essere restaurato, di conseguenza non si potrà parlare di status denuclearizzato per il Baltico”
Il clima di tensione diventa sempre più acceso in Europa e sta coinvolgendo sempre più Stati, uscendo ben oltre i confini dell’Ucraina. Nello specifico l’ex presidente della Russia Dmitry Medvedev, oggi vice-presidente del Consiglio di Sicurezza russo, non ha utilizzato mezzi termini nel minacciare Finlandia e Svezia: nel caso in cui i due Stati dovessero entrare nella Nato, da parte di Mosca saranno adottate delle contromisure. “Non si potrà parlare di status denuclearizzato per il Baltico, l’equilibrio dovrà essere restaurato. Sono misure che non abbiamo mai preso e che finora non eravamo intenzionati a utilizzare“, ha detto il politico.
Sono chiaramente parole pesantissime, che alimentano ulteriormente il clima di tensione in Europa. Di fatto la Russia si è detta pronta a dispiegare armamenti atomici addizionali sul Vecchio Continente in caso di adesione da parte di Stoccolma ed Helsinki al Patto Atlantico.
Russia, rischio di un’escalation nucleare
E a questa minaccia da parte del Cremlino seguono poi i dubbi manifestati da parte della Cia, che non esclude una potenziale escalation nucleare del conflitto: “Gli Stati Uniti – ha detto il direttore William Burns – non prendono alla leggera la possibilità che la Russia possa usare armi nucleari in Ucraina“. A seguire ha spiegato: “Data la disperazione di Putin e le battute d’arresto della campagna militare, nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia rappresentata da un potenziale ricorso ad armi nucleare“.