Perquisizioni in tre città per dare un volto a chi si è reso autore delle minacce a Di Maio: arriva la svolta.
“Muori male, e speriamo per mano del popolo”. E ancora: “Non ci sono parole per descrivere, vai solo buttato nel rusco”, fino a messaggi ancora più gravi e delicati, come: “Armateci e decideremo noi a chi sparare”.
Dai canali riservati Telegram, alle sue pagine social, il ministro degli Esteri Di Maio ha incassato una lunga serie di minacce, con contenuti anche molto pesati e preoccupanti. Il tutto è passato quindi in mano alla Polizia Postale, che con una complessa indagine coordinata dalla Procura di Roma è intervenuta per porre fine alla vicenda. Sono partite quindi le perquisizioni con i sequestri per verificare le responsabilità e dare un volto agli autori delle minacce a Di Maio.
Minacce a Di Maio: individuati tre responsabili
Le dichiarazioni di Di Maio in merito al conflitto in Ucraina sono state prese di mira da molti utenti dei social, alcuni dei quali con una serie di minacce sono entrati nel mirino della Procura e della Polizia Postale.
Sono scattate quindi le perquisizioni a Milano, Vicenza e Udine, e a carico degli internauti sono stati riscontrati elementi tali da farli ritenere responsabili delle minacce sul web. La Polizia Postale ha poi ritrovato altri messaggi nel materiale sequestrato con canali di propaganda filo russa e una lunga lista di account anonimi dai quali partivano le iniziative contro il titolare della Farnesina.