Putin lancia messaggi chiari agli Usa: cresce la preoccupazione ma il messaggio potrebbe essere un segnale di insicurezza.
Il nuovo pacchetto di armi che dagli States raggiungeranno Kiev è già in viaggio, ma da Mosca rispondono con messaggi allarmanti. Il 12 aprile, una nota inviata dall’Ambasciata Russa al dipartimento di stato americano ha denunciato le preoccupazioni per i nuovi rifornimenti in Ucraina.
Il titolo, molto eloquente, è un chiaro segnale, che ha il sapore dello stop ai negoziati e di un conflitto che rischia di assumere dimensioni più allarmanti. “Le preoccupazioni della Russia nel contesto delle ingenti forniture di armi ed equipaggiamento militare al regime di Kiev”. Questo il nome del rapporto, in cui la Russia ha chiesto di fermare “l’irresponsabile militarizzazione dell’Ucraina”.
Dal Cremlino parlano di “conseguenze imprevedibili” qualora il sostegno militare non sia bloccato e a Washington si interrogano sui segnali. Debolezza o rischio di un conflitto più ampio? Gli scenari sono molti, ma la preoccupazione cresce.
Putin e i messaggi agli Usa: cresce la preoccupazione
La risposta americana è stata chiara e decisa. Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato, ha dichiarato che minacce e dichiarazioni non convinceranno Biden ad interrompere il sostegno all’Ucraina.
Un messaggio chiaro quindi che tiene però in considerazione tre strade possibili. In primis le difficoltà della Russia a gestire il conflitto contro l’Ucraina. Poi la possibilità di un attacco al convoglio di armi in arrivo per l’esercito di Kiev, e infine lo scenario più preoccupante. Il direttore della Cia, William Burns, ha dichiarato che un utilizzo da parte di Putin delle armi nucleari non è comunque da prendere alla leggera, e le parole di Zelensky vanno dritte in questa direzione.
Ecco perché nonostante il rischio di una offensiva nucleare non sia al momento secondo l’intelligence imminente o concreto, l’invio di armi in Ucraina resta un tema caldissimo. Da Washington incassano le minacce ma non arretrano, e Putin ha utilizzato una sola parola. In quel “reagiremo”, ci sono tutte le difficoltà della Russia in un conflitto che dura da 50 giorni, ma anche le preoccupazioni del mondo intero, che spera nella fine di una guerra ormai lunga e logorante.