Dopo due anni di stop dovuti alla pandemia, in Terra Santa si torna a celebrare la Pasqua. L’emozione è grande all’arrivo del Patriarca Pierbattista Pizzaballa.
In Terra Santa l’annuncio della Pasqua arriva la mattina del sabato santo, che quest’anno coincide quest’anno anche col primo giorno di Pesach, la Pasqua ebraica. Un momento molto speciale che segna il ritorno alle celebrazioni dopo due anni di stop a causa della pandemia, che ha messo in ginocchio anche tante attività e famiglie.
Le campane della Basilica del Santo Sepolcro hanno suonato a festa già dalle nove e mezza del mattino a Gerusalemme, in una città ancora assorta nel silenzio, dove però centinaia di fedeli e pellegrini hanno atteso in preghiera l’arrivo do Mons. Pizzaballa, nella piazzetta del Santo Sepolcro. Il clima è quella di una vera festa della Resurrezione, finalmente vissuta nei luoghi della Terra Santa.
Le campane suonano a festa tra il dolore per le violenze
Terre in cui tuttavia continuano gli scontri nella Spianata delle Mosche, e in quei vicoli in cui le guardie sono costrette a “scortare” il Patriarca, facendogli strada. Il portone della Basilica, al suo arrivo, è socchiuso. Il primo rito della lunga Veglia pasquale infatti, quello della benedizione del fuoco, avviene ai piedi del Calvario, davanti alla pietra dell’unzione. Il francescano Custode di Terra Santa, nel celebrarlo, ha riportato alla memoria la Pasqua di duemila anni fa, con i discepoli impauriti davanti al Cenacolo, e le donne che coraggiosamente e profeticamente avevano affiancato Gesù nella salita al Calvario, ora avevano anche contezza della sua morte e della sua sepoltura.
“Erano tornate alle loro case non solo per piangere il loro amato Maestro, ma anche per preparare gli unguenti per l’imbalsamazione dopo la fine del sabato un gesto di cura e di attenzione, di amore, che la morte non ha potuto fermare”, sono le parole del Patriarca riportate da Vatican News.
Saranno le donne poi a scoprire che la Tomba era stata violata, che il Sepolcro era vuoto, che si stava verificando davanti ai loro occhi l’evento della Resurrezione. Con lo stesso coraggio, annunciarono tutto agli Apostoli. A quei momenti vanno le parole e la memoria di Mons. Pizzaballa, ma anche all’attualità, quella dei cristiani di Terrasanta, in cui continuano a risuonare i colpi di mortaio, e le violenze di un conflitto che non sembra avere mai fine. Anche il Venerdì Santo, infatti, a Gerusalemme sono proseguiti gli scontri nella Spianata delle Moschee. Il religioso, nella sua riflessione, ancora una volta non può prescindere da tutto ciò.
“Anche oggi, in un mondo segnato da morte e distruzione, dove intere civiltà vengono sradicate non bisogna cercare Gesù tra i morti, ma essere rabdomanti di vita e di speranza, gente che cerca, sapendo che sotterraneamente ma realmente, scorre nel cuore del mondo un fiume di acqua viva, lasciandosi stupire dalle sorprese che Dio sempre ci riserba. Anche in mezzo alla sofferenza e all’odio”