Secondo quanto riportano in queste ore media cattolici conservatori statunitensi e di lingua spagnola, al cardinale americano Raymond Burke sarebbe stato negato l’accesso agli uffici vaticani per mancanza del “green pass”, che il porporato possedeva scaduto a marzo 2022.
Mentre infatti in tutto il mondo le restrizioni cominciano ad essere allentate, in Vaticano le restrizioni sono ancora ben attive. Così c’è anche chi attacca la Santa Sede parlando di una decisione “ad personam”.
Pare infatti che, di fronte alla richiesta del cardinale americano di entrare negli uffici vaticani pur sprovvisto della certificazione, ci sia stata una telefonata della Congregazione per le Cause dei Santi rivolta verso la Segreteria di Stato della Santa Sede. A squillare, nello specifico, sarebbe stato il telefono del cardinale Pietro Parolin, che avrebbe quindi personalmente disposto che a Burke fosse negato l’ingresso all’edificio, e anche in altri uffici della Santa Sede. Nonostante lo stesso Burke possieda persino la residenza in un appartamento all’interno del territorio vaticano.
Chi è il cardinale Burke e chi attacca la Santa Sede
Burke, ex presidente del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica ed ex patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, è infatti una figura da sempre collocata a capo della fronda dei “tradizionalisti” interna alla Chiesa cattolica. Anni fa il suo nome era apparso nella lettera dei quattro firmatari dei “Dubia” che domandavano a Papa Francesco spiegazioni relativa all’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, e in particolare su alcuni aspetti riguardanti la possibilità di dare la Comunione ai divorziati risposati.
A quella lettera aveva fatto seguito una “Correctio Filialis” firmata da alcune decine di intellettuali cattolici in cui si attaccava pesantemente il Papa, alcuni anni prima della accuse poi lanciate dall’ex nunzio negli Usa, il vescovo Carlo Maria Viganò, a Papa Francesco, in cui si bollava il Pontefice come eretico, invitandolo nientemeno che alle dimissioni.
Cardinal Burke Refused Entry to Vatican https://t.co/Sdx2EAEic3 vía @YouTube
— Anacleto Sotomonte 🇲🇽🇵🇱🇨🇦🚛 (@UnderhillBilbo) April 20, 2022
Negli scorsi mesi Burke era tuttavia saltato alle cronache etichettato come un “negazionista” del Covid e della pandemia, e quindi molto contrario a provvedimenti come quelli del Green pass. Una posizione in ogni caso molto distante da quella di Papa Francesco, che è stato il primo capo di Stato al mondo ad introdurre l’obbligo di vaccinazione per tutti i cittadini e lavoratori dipendenti. Ancora oggi, le norme del Vaticano sono molto più restrittive anche di quelle del governo italiano. La Santa Sede infatti impone il divieto di accesso a tutto il personale e ai visitatori che non si sono sottoposti a un’iniezione di richiamo come condizione per entrare negli uffici vaticani.
Quando il porporato americano è finito tuttavia in terapia intensiva a causa dell’infezione da Covid, rischiando per alcune settimane di perdere la vita, attaccato al ventilatore medico, Papa Francesco lo aveva indirettamente citato conversando con i giornalisti sul volo di ritorno da Bratislava. “Anche nel collegio cardinalizio ci sono alcuni negazionisti e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus”, erano state le parole di Francesco, il cui riferimento è risultato a molti lapalissiano.
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“Ironia della vita”, aveva continuato Bergoglio. “Non so spiegare, ma alcuni dicono che i vaccini contro il Covid non sono sufficientemente sperimentati. In Vaticano sono tutti vaccinati tranne un piccolo gruppetto che si sta studiando come aiutare. Hanno paura, bisogna chiarire con serenità”.