L’ammissione del Papa: l’incontro con Kirill non si farà

La dichiarazione del Papa mette una pietra tombale sopra l’importante incontro che fino ad alcune settimane fa molti davano quasi per certo. 

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(Ansa)

A quasi due mesi di distanza dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, la guerra non sembra volersi arrestare, ad esempio a Mariupol, cittadina che il Presidente russo Putin ha dichiarato “conquistata”.

Nei giorni scorsi si sono rinnovati da più parti gli appelli per una “tregua pasquale” e per un cessate il fuoco che tuttavia non sembra essere in programma. Oltre a Papa Francesco e alla Santa Sede anche il metropolita della Chiesa ortodossa Ucraina affiliata al patriarcato di Mosca e di tutte le Russie, Onufriy di Kiev, ha invocato una tregua per la Pasqua ortodossa che si celebra domenica 24 aprile. 

Si teme soprattutto per i fedeli che parteciperanno alle funzioni religiose in quella data. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenky ha tuttavia spiegato in un videomessaggio che “sfortunatamente la Russia ha rifiutato la proposta”. 

Le parole di Bergoglio al quotidiano argentino

Non si ferma tuttavia il lavoro continuo del Vaticano per la pace, ma sicuramente Bergoglio, che ieri è stato fotografato in Vaticano con il premier ungherese Viktor Orban, sta rivedendo la sua strategia diplomatica, dopo le polemiche sulla Via Crucis con l’ambasciata ucraina.

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Stamane il Papa ha parlato in un’intervista al quotidiano argentino La Nacion, lanciando una vera e propria bomba rispetto a quanto si immaginava fino alle scorse settimane, tanto da darlo quasi per certo. Parlando della sua relazione con il Patriarca di Mosca Kirill, con cui si è interfacciato in videoconferenza nei primi giorni del conflitto, ha spiegato che questa sarebbe “molto buona”. 

Nessun riferimento all’indiretta benedizione del Patriarca russo alla cosiddetta “operazione militare difensiva” russa. Ma un’ammissione che purtroppo l’incontro di cui si è parlato nei giorni scorsi, che sarebbe dovuto avvenire a Gerusalemme nei giorni in cui il Papa ha in programma il suo viaggio in Libano, non ci sarà.

Mi dispiace che il Vaticano abbia dovuto revocare un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme. Ma la nostra diplomazia ha capito che un nostro incontro in questo momento potrebbe creare molta confusione”, ha dovuto ammettere Bergoglio, conscio di quanto accaduto nei giorni scorso solamente per avere tentato di rappresentare l’unione tra i due popoli all’interno della manifestazione religiosa al Colosseo, tra due donne del tutto estranee e incolpevoli di quanto sta accadendo in Ucraina.

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La videoconferenza tra il Papa e Kirill dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina (Ansa)

La situazione è infatti evidentemente scottante, e Bergoglio non vuole rischiare di commettere passi falsi che possano fare scontentare gli ucraini, le prime vittime della guerra, o allontanare le due posizioni del conflitto. “Ho sempre promosso il dialogo interreligioso”, ha poi affermato il Papa durante lo svolgimento dell’intervista, ricordando alcuni incontri interreligiosi organizzati da arcivescovo di Buenos Aires, tra cristiani, ebrei e musulmani.

“È stata una delle iniziative di cui sono più orgoglioso. È la stessa politica che promuovo in Vaticano. Come mi hai sentito molte volte”, ha detto Francesco al giornalista Joaquin Morales Solà. Parafrasando infine uno dei passi più famosi della sua prima enciclica, Evangelii Gaudium. “Per me l’accordo è superiore al conflitto”. 

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