Guai a criticare Saviano al Corriere, se succede si va dritti in punizione

Una giornalista interna al giornale ha protestato per il fondo dello scrittore di Gomorra, il direttore del quotidiano non ha gradito e l’ha sospesa

Ha criticato Saviano, messa in punizione e sospesa. E’ successo all’interno dell’illustre quotidiano “Corriere della Sera“, dove la giornalista Monica Ricci Sargentini, come riportato da “La Verità” e ricostruito da Dagospia, avrebbe sollevato delle critiche su un pezzo di Roberto Saviano pubblicato su Sette il 25 marzo lo scrittore si diceva “a favore del riconoscimento e della regolamentazione del sex work“, innescando un vero e proprio cortocircuito. E a farne le spese la giornalista del Corriere che lavora nella redazione romana, subendo una sospensione di tre giorni da lavoro, senza percepire lo stipendio. Il problema è che la Ricci Sargentini avrebbe condiviso l’iniziativa in difesa di una legge dello Stato (la 75/1958) nota come legge Merlin, in un messaggio privato inviato a una conoscente, ed è da lì che è scattata “la reprimenda dalla direzione e dall’ azienda di via Solferino“.

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Roberto Saviano (Ansa Foto) 

Saviano, come riporta la Verità sosteneva di “ritenere “sbagliato” parlare di prostituzione e che sarebbe stato giusto, invece, «porre l’accento sul fatto che si tratta di una vera e propria categoria professionale”. Aggiungendo che “le relazioni di potere che si instaurano con chi gestisce le persone ei clienti necessitano di essere regolamentate proprio per evitare abusi, come in tutte le relazioni di potere“. Da lì si è scatenato l‘inferno con diverse associazioni di femministe che hanno inviato migliaia di mail di protesta a Sette e al Corriere della Sera.

Il direttore
Luciano Fontana, Direttore del Corriere della Sera (foto Ansa)

La frase di Saviano incriminata, quella che avrebbe fatto scoppiare la polemica delle varie associazioni è questa: “Perché criminalizzare un fenomeno non lo elimina, regolamentarlo, invece, tutela chi vi è coinvolto“. Ed è da qui che si è innescato il putiferio con le email che hanno intasato il sistema informatico del Corriere. Il quotidiano La Verità riporta alcune mail: “Ma Saviano non sa che la prostituzione è quasi solo tratta e la regolarizzazione è una manna per papponi e mafiosi? Non conosce il modello abolizionista, già in vigore in molti Paesi civili? Non sa che quello che lui chiama “lavoro” è inaccettabile tragedia (per le donne coinvolte ovviamente)? Perché riconoscere agli uomini il diritto di stuprare a pagamento? Perché non studia e non riflette sull’umanità disgraziata che non è solo quella di Gomorra prima di parlare? Da dove gli/vi viene tanta misoginia?“.

Il problema legato alla giornalista del Corriere è che, come scrive la Verità “la direzione dell’azienda sarebbe venuta a sapere della condivisione dei contenuti della protesta da parte di Ricci Sargentini e, su sollecitazione del direttore Fontana, avrebbe inviato alla giornalista una intenzione formale di richiamo, contestandole l’intenzione di aver voluto danneggiare l’immagine del nonché giornale di aver inteso creare problemi al sistema informatico, intasato dalle mail di protesta”. A quel punto Ricci Sargentini si sarebbe rivolta a un legale per protestare contro il richiamo. E, successivamente, le è stata notificata la sospensione di tre giorni, senza stipendio. Sulla questione è intervenuto il comitato di redazione (il sindacato interno dei giornalisti) che ha domandato ragione di un provvedimento così duro e il direttore Luciano Fontana ha replicato, riporta la Verità, che “la collega non ha mai chiesto alla direzione di potere esprimere la sua opinione”. Proprio così: prima di aprir bocca bisogna bussare alla porta di Fontana e attendere che arrivi il parere favorevole, altrimenti bisogna tacere.

 

 

 

 

 

 

 

 

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