Shanghai, il grido disperato di Alessandro: “Messo in gabbia per il Covid”

In Cina la situazione peggiora giorno dopo giorno, con recinzioni davanti ai condomini per evitare che le persone escano di casa: la denuncia nel corso di “Mattino Cinque” da parte del cittadino italiano costretto in casa in quanto positivo

Una situazione che sta diventando sempre più insostenibile, oltre che pericolosa. A raccontare il tremendo quadro attuale di Shanghai, in Cina, è l’italiano Alessandro, intervenuto nel corso della puntata di “Mattino Cinque” per lanciare il suo grido d’allarme. La città è infatti in lockdown, una condizione che potrebbe prolungarsi anche fino a giugno visto che giorno dopo giorno le disposizioni governative sono sempre più severe.

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Situazione sempre più complicata a Shanghai, dove la popolazione è in lockdown totale (Ansa)

Basti pensare che le persone sono state chiuse nelle loro abitazioni con delle vere e proprie gabbie, come spiegato appunto da Alessandro: “Al momento – ha detto dalla sua casa, dove è rinchiuso in quanto positivo al Covid-19 – la preoccupazione più grande è data dalle recinzioni che le autorità hanno messo davanti ai condomini. Immagino che si tratti di una misura di contenimento per evitare che le persone vadano liberamente in giro. Evidentemente in alcuni posti il lucchetto ai cancelli non era sufficiente per trattenere la gente e, quindi, sono passati alle gabbie“.

Morti nelle proprie abitazioni

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Shanghai, le persone contagiate vengono rinchiuse nelle proprie case (Ansa)

Le scelte da parte della Cina sulla situazione di Shanghai è stata drastica e durissima, così tanto da impedire anche ai malati oncologici di sottoporsi alle cure in ospedale, portando in alcuni casi alla morte: “Ci sono stati – ha continuato a spiegare Alessandro – solo un centinaio di morti per il Covid-19 qui a Shanghai. Invece si contano molte persone decedute nelle proprie abitazioni per altre malattie, perché il sistema sanitario è in piena paralisi e non consente l’accesso in ospedale per sottoporsi ad esempio alle chemioterapie“. Per quanto riguarda invece la sua condizione, la paura è che possa essere condotto in un centro d’isolamento: “Rischio che mi riportino ancora lì, in quanto sono risultato di nuovo positivo. L’amministratore di condominio mi ha chiuso in casa, ma non è escluso che decidano di rimettermi in uno di quei ‘lazzaretti’, da dove sono uscito solo il 15 aprile scorso“.

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