L’allarme del filosofo Cacciari: l’Unione Europea rischia di sprofondare amaramente per scelte prese da altri. E a pagarne il conto saranno i nuovi poveri.
“Le vicende dell’Europa occidentale sembrano svolgersi sul canovaccio di un suo sempre più irresistibile tramonto”, scrive il filosofo in un intervento sul quotidiano La Stampa, secondo il quale Putin non poteva non avere previsto le sanzioni, visti gli analoghi avvenimenti passati. Sanzioni che però, allo stesso tempo, peseranno in maniera molto più dura sull’Unione Europa e in maniera diversa sui suoi singoli Paesi.
Accentuandone cioè le differenze, almeno per quanto riguarda le politiche di welfare. “Il suo ruolo geopolitico, poi, tenderà a scomparire, dopo le brillanti prove fornite con la guerra in Iraq, dal Medio-Oriente all’Afghanistan”, continua amaramente Cacciari, che ricorda tuttavia quanto successe nella prima fase della tragedia ucraina, quella in cui l’esercito ucraino attaccò i secessionisti del Donbass.
Vale a dire il momento in cui il presidente francese Macron sponsorizzò un possibile accordo tra Ucraina e Russia congelando ogni possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato, aprendo un tavolo in cui discutere seriamente di come sistemare le regioni del Donbass e della Crimea affinché tutti potessero trarne giovamento. Regioni, ricorda Cacciari, “a larghissima maggioranza russofone”.
La dura provocazione del filosofo Cacciari
“Il pubblico forse ignora che la Crimea venne “donata” da Kruscev, ucraino, nel 1954 alla sua repubblica natale allora ovviamente parte dell’Urss, e che al referendum di qualche anno fa votò per tornare alla Russia il 96,7% degli aventi diritto”, continua Cacciari con atteggiamento chiarificatore. “Brogli meravigliosamente riusciti, vero?”, domanda poi in maniera pungente.
“Il tasto dolente, però, è che questi spiragli per un’azine autonoma sono ridotti a meno della cruna dell’ago”, commenta il filosofo, aggiungendo ancora che “ciò è destinato a incidere radicalmente anche sugli equilibri politici interni dei nostri Paesi”. Visto e considerato che “in Occidente non si governa se non sulla linea politico-economica” che nomi come Ciampi, Dini, Monti, Draghi rappresentano.
“La scomparsa della cosiddetta “sinistra” è il prodotto di tale destino, ben più che della incapacità e smemoratezza dei suoi leader”, è la chiosa del filosofo, per il quale “la riduzione dell’Europa a Provincia atlantica è l’altrettanto inevitabile conseguenza”. La crisi dell’Europa apre quindi prospettive drammatiche per i suoi membri, secondo Cacciari.
A partire dall’economia, in peggioramento da vent’anni, dal peggioramento del debito, dai tassi di disoccupazione e altre simili difficoltà. Per cui la domanda è: “Chi pagherà il conto?”. O ancora: “La Banca Mondiale dice che ci saranno centinaia di milioni di nuovi poveri sulla faccia della Terra. Quanti di questi saranno italiani?”. La risposta, altrettanto amara rispetto all’analisi del professore, è che saranno certo le fasce più deboli della popolazione a pagare il saldo più scottante.