La minaccia del presidente russo Putin alla sicurezza europea dopo l’aumento delle forniture militari occidentali. “Non testate la nostra pazienza”.
L’invio di armi occidentali all’Ucraina non è di certo piaciuta a Mosca, tanto che ora il Cremlino avvisa il Vecchio continente parlando di una “dura risposta” qualora dovessero verificarsi attacchi ucraini in territorio russo. Sembra l’inizio del baratro, un inasprimento di toni che prelude all’avvio di un conflitto ben più esteso, e pericoloso.
Il rischio di inasprire i toni giorno dopo giorno
Lo fanno presagire le parole della portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova. Se infatti la Gran Bretagna ritiene l’attacco ucraino in Russia “completamente legittimo”, il Cremlino risponde per i toni e il risultato è che sale di giorno di giorno la tensione bellica, insieme alla retorica bellicosa.
“Se minacciata, la Russia risponderà con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora”, ha tuonato soltanto pochi giorni fa il presidente Putin, definendo l’invio di armi in suolo Ucraino come azioni che minacciano la sicurezza russa, ma anche europea. Parole che tuttavia non sembrano scalfire le intenzione britanniche e americane di una controffensiva.
Tutt’altro. Il presidente americano Joe Biden è arrivato a chiedere al Congresso ben 33 miliardi di dollari per l’Ucraina, di cui 20 riguardano l’invio di armi a Kiev, insieme a munizioni e assistenza militare. Insomma, dagli iniziali 3,7 miliardi stanziati solamente due mesi fa, le cifre e la pericolosità stanno aumentano esponenzialmente.
Senza contare la possibilità, prevista dal segretario generale della Nato Stoltenberg, che la guerra possa durare per anni. Le città che da due mesi a questa parte sono finite devastate, e i tanti civili e militari che hanno perso la vita dallo scorso 24 febbraio, potrebbe quindi essere solo un preludio di quanto potrebbe continuare per mesi e mesi. Se solo non si lavorasse seriamente per un accordo di pace.