Cominciano a emergere dei pesanti retroscena sull’allontanamento dell’allenatore dalla panchina dei rossoblù. Secondo quanto riportato da “L’Unione Sarda”, infatti, il tecnico non sarebbe stato esonerato, ma licenziato per giusta causa. Il motivo risiederebbe in uno sfogo di Mazzarri nei confronti della squadra
Non è finita male, ma malissimo, la storia tra Walter Mazzarri e il Cagliari. La notizia circolata sul suo esonero, infatti, secondo quanto riportato dalle colonne de “L’Unione Sarda” non sarebbe corretta: il quotidiano isolano spiega che l’allenatore non è stato esonerato, bensì licenziato (al momento sospeso, ossia la fase che precede il licenziamento), a causa di un caos scoppiato con la squadra e il presidente Giulini.
Una separazione traumatica quindi, arrivata perché lo stesso Mazzarri avrebbe rivolto pesanti insulti nei confronti dei giocatori. Un comportamento che il proprietario del Cagliari non avrebbe tollerato, portando quindi al licenziamento per giusta causa del tecnico. Il quotidiano rivela anche quali sarebbero state queste ingiurie manifestate da parte dell’ormai ex tecnico alla squadra, definita come uno “spogliatoio di vermi“.
I motivi dell’addio di Mazzarri al Cagliari
Non viene specificato se queste parole siano state rivolte direttamente ai giocatori in un duro confronto avvenuto all’interno dello spogliatoio stesso, oppure se questa espressione Mazzarri l’abbia utilizzata parlando con il presidente Giulini. Di certo, sempre secondo “L’Unione Sarda”, le parole non sarebbero state gradite dalla dirigenza, che avrebbe provveduto a licenziare (e quindi non esonerare) il tecnico. Non si tratta ovviamente di una differenza banale, ma sostanziale: se fosse stato un “semplice” esonero, il club avrebbe dovuto continuare a versare lo stipendio all’allenatore fino all’ultimo giorno di contratto, ovvero il 30 giugno 2024 (un totale di circa 5 milioni di euro). Con il licenziamento per giusta causa, invece, la società non dovrebbe più versare alcun centesimo sul conto del tecnico.