Agenti uccisi a Trieste: la sentenza di primo grado fa discutere

Si è concluso il processo di primo grado per l’omicidio dei due agenti avvenuto a Trieste il 4 ottobre 2019. E la sentenza sta facendo discutere.

Si è concluso il processo di primo grado nei confronti di Alejandro Augusto Stephen Meran, il cittadino dominicano accusato di aver ucciso due agenti di polizia a Trieste il 4 ottobre 2019.

Agenti uccisi Trieste
Agenti uccisi in Questura a Trieste: la sentenza di primo grado sta facendo discutere © Ansa

La Corte d’Assise ha accolto la richiesta della Procura e assolto l’imputato. I giudici hanno ritenuto non condannabile e deciso una sentenza detentiva di ricovero in una Rems per una durata di almeno 30 anni.

Come detto in precedenza, anche la pm Federica Riolino aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato perché, tra le altre cose, gli esiti della perizia psichiatrica avevano confermato che “Meran era già schizofrenico ed era stata esclusa la sua capacità di volere“. Tutte cose che hanno portato il giudice a ritenere Meran non imputabile.

La vicenda processuale, comunque, non è ancora finita qui. La difesa ha annunciato il ricorso in Appello per ribaltare la sentenza di primo grado.

La reazione dei familiari degli agenti

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Rabbia e delusione per i familiari dei due agenti uccisi a Trieste subito dopo la sentenza di primo grado © Ansa

Rabbia e delusione per i familiari dei due agenti. “Un processo vergognoso – il primo commento del padre di Matteo Demengo – mi vergogno di essere italiano“. Mentre il fratello del poliziotto, secondo quanto riferito da TgCom24, nell’uscire dall’aula avrebbe spintonato la difesa.

Anche il procuratore capo Antonio De Nicolo si è detto non soddisfatto da questa sentenza: “La decisione è il risultato di ciò che gli elementi processuali portavano a ritenere. Non è che sono soddisfattissimo, perché mi rendo conto che stiamo parlando di una vera tragedia che lascia l’amaro in bocca su tanti. Ma questa è la conclusione necessitata dalla norme che abbiamo“.

Ma, come detto in precedenza, i familiari dei due agenti non hanno nessuna intenzione di fermarsi e preparano già il ricorso in secondo grado per provare a ribaltare la sentenza. Ma prima devono essere pubblicate le motivazioni da parte dei giudici della Corte d’Assise di Trieste.

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