Nel decreto aiuti il Governo dà il via libera all’aumento Irpef: alcuni Comuni possono usufruirne, ecco come.
Aiuti, ma anche nuove tasse. Nel decreto previsto per sostenere imprese e famiglie spunta una norma per alcuni versi controversa e poco in linea con il nome stesso del provvedimento preso dal Governo.
Una prima denuncia era arrivata da Fratelli d’Italia, che in più occasioni aveva sollevato una questione politica. In sostanza nel decreto è previsto che che i Comuni con difficoltà di bilancio possono aumentare l’addizionale Irpef allo 0,2%.
Libero, spiegando in maniera approfondita un uno studio del Sole24 Ore, spiega quali sono quei Comuni che possono usufruire di tale possibilità. Di sicuro un peso per le famiglie, che da una parte incassano note positive dal Decreto Aiuti, ma dall’altra si preparano all’arrivo di una nuova tassa.
Ok all’aumento Irpef per alcuni Comuni: ecco cosa accade
Libero ha analizzato uno studio del Sole 24 Ore, illustrando quali sono i Comuni che possono procedere all’aumento Irpef. La norma si riferisce in particolare a quei “comuni capoluogo di provincia che hanno registrato un disavanzo di amministrazione pro capite superiore ai 500 euro”.
In sostanza, si legge anche sul Secolo d’Italia, tali Comuni “possono sottoscrivere un accordo per il ripiano” con il Governo. Ecco quindi che le amministrazioni possono “deliberare l’incremento dell’addizionale comunale all’Irpef, in deroga all’articolo previsto”. Secondo i calcoli del Sole 24 Ore i Comuni che potrebbero usufruire di tale opportunità sono 18.
Da Vibo Valentia a Catanzaro, poi Chieti, Rieti, Potenza, Lecce, Brindisi e Andria in Puglia e ancora Agrigento, Alessandria, Avellino, Frosinone, Nuoro. Infine Torino, Napoli, Palermo e Reggio Calabria, per i quali la deroga è già prevista. La norma sarebbe inoltre estesa anche ai Comuni in cui il debito pro capite supera i mille euro, quindi si aggiungono alla lista anche Milano e Firenze, e ancora Catania, Genova e Venezia.