La guerra del grano, ecco i paesi coinvolti

Il conflitto bellico in Ucraina scatena l’effetto domino sui mercati delle materie prime alimentari, rischiando di affamare il mondo. 

La guerra in Ucraina, indipendentemente dall’esito militare, cambierà anche i rapporti geo-economici dei prossimi anni. Il controllo delle materie prime sarà fondamentale, sia per la produzione sia per i prezzi al dettaglio che i cittadini troveranno sugli scaffali.

La guerra del grano

Il G7, andato in scena in questi giorni a Berlino, sarebbe dovuto servire anche per trovare una soluzione a quella che oramai viene comunemente chiamata la guerra del grano, invece ha fatto emergere divergenze tra stati, interessi personali, difficoltà tecniche che hanno portato a non trovare una soluzione univoca. “La guerra di aggressione della Russia ha generato una delle più gravi crisi alimentari ed energetiche della storia moderna, che ora minaccia i gruppi più vulnerabili in tutto il mondo”, ha affermato l’organizzazione dei setti Stati più industrializzati del mondo, “Siamo determinati ad accelerare una risposta multilaterale coordinata per mantenere la sicurezza alimentare globale e sostenere i nostri partner più vulnerabili a questo riguardo”

Il grano stoccato in Ucraina

Sempre secondo il G7, ci sono 25 milioni di tonnellate di grano immagazzinate nel Paese invaso dalla Russia che non possono uscire a causa del blocco navale imposto da Mosca, che insieme a Kiev fornisce di norma circa il 30% delle esportazioni mondiali del cereale e circa la metà di quelle di semi di girasole. Ecco perché trovare una soluzione a questa “guerra del grano è diventata una priorità per i ministri del G7 riuniti a Berlino. Il Ministro degli affari esteri della Germania Annalena Baerbock ha spiegato cosa si sta pensando di fare per aggirare il blocco russo all’export via nave del grano ucraino, non senza incontrare diversi problemi tecnici: “Ci sono dei problemi con le diverse larghezze delle rotaie che hanno di fatto escluso il trasporto su larga scala attraverso la Romania, quindi ora si sta valutando se fosse possibile far arrivare il treno fino ai porti baltici, per l’esportazione”.

Il Ministro degli affari esteri della Germania Annalena Baerbock – Ansa foto

Il trasporto su treno rallenta comunque l’esportazione

“Con il trasporto su rotaia, è chiaro che si ottiene molto meno grano per l’esportazione”, ha proseguito la Baerbock, “ma ogni tonnellata consegnata può aiutare un po’ a tenere sotto controllo la crisi alimentare. E la situazione non è destinata di certo a migliorare a breve con la decisione dell’India di bloccare l’export di ogni tipo di grano, con effetto immediato, da oggi. Una decisone a sorpresa che ha lasciato spiazzate le altre nazioni coinvolte perché solo un mese fa, il secondo esportatore mondiale di grano, si era detto pronto a “sfamare il mondo!” Una decisione che il governo indiano ha giustificato con “unimprovvisa ondata di calore” che ha colpito il paese provocando una riduzione dei raccolti e il conseguente aumento immediato dei prezzi.

 

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