Immagini raccapriccianti e inqualificabili durante l’ultimo atto della giornalista di Al Jazeera, la gente che porta il feretro sconvolta dalla polizia
Scene mai viste e inqualificabili. La polizia smuove la folla a colpi di bastoni, gli uomini che portano la bara ondeggiano, uno di loro si accascia, il feretro rischia di cadere. E’ l’inferno. Shireen Nasri Abu Aqla, la giornalista di Al Jazeera uccisa a Jenin mercoledì, è ormai un simbolo politico, quasi religioso. Ma quello che succede durante il suo ultimo atto la fa morire la seconda volta. Gli arabi la celebrano come la “voce della Palestina”, in migliaia si sono presentati a Gerusalemme per la cerimonia. Accusano gli israeliani di averla ammazzata durante gli scontri nella città della Cisgiordania, mentre un’indagine interna all’esercito per ora sostiene di non poter stabilire chi l’abbia colpita.
Adesso gli agenti provano a spiegare di essere intervenuti in tenuta antisommossa contro i lanci di pietre e gli slogan nazionalisti. Restano le immagini convulse, le scene che hanno stravolto un momento di raccoglimento nel dolore. Shireen è stata omaggiata giovedì nel palazzo della Muqata a Ramallah dal presidente Abu Mazen, il funerale si è svolto a Gerusalemme Est – dove viveva, aveva anche la nazionalità americana – è diventato il più grande dai tempi del corteo che ha seguito nel 2001 il feretro di Faisal Husseini, leader palestinese e discendente di una delle famiglie musulmane più importanti della città.
La bara oscillava più volte e ha rischiato seriamente di rompersi
La bara con il corpo della reporter che lavorava per il canale di proprietà del Qatar è stata trasportata dall’ospedale verso una chiesa – Shireen era cristiana – e la polizia è intervenuta quando i partecipanti – urlavano “daremo il nostro sangue per te» – avrebbero tentato di deviare dal percorso concordato.
Gli agenti hanno anche strappato decine di bandiere palestinesi. L’esercito ieri è intervenuto a Jenin per arrestare un capo della Jihad Islamica, i vicoli di nuovo trasformati in zona di guerra come nel giorno in cui è morta Shireen. La città – lo era anche durante la seconda intifada – è considerata il centro in Cisgiordania da dove è alimentata l’ondata di attentati che sta colpendo Israele dalla fine di marzo, i morti sono già diciassette.
Horrible scenes as Israeli security forces beat the funeral procession for slain journalist Shireen Abu Akleh and the crowd momentarily lose control of her casket pic.twitter.com/DEJF5Ty9tZ
— Emir Nader (@EmirNader) May 13, 2022
