Polimeni: “L’Inghilterra ‘chiude’ ai laureati italiani? Ecco cosa penso”

Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza, in un’intervista a ‘Il Messaggero’: “La decisione dell’Inghilterra ha un obiettivo ben preciso”.

Sta facendo discutere la decisione di Boris Johnson di non inserire le università italiane tra quelle di alto livello, una lista che consente a tutti gli studenti e i laureati di poter entrare nel Paese senza dover rispettare le regole decise dopo la Brexit.

Antonella Polimeni
Antonella Polimeni ai microfoni de ‘Il Messaggero’ commenta la decisione di Johnson sulle università © Ansa

Una scelta che è stata commentata da Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza, in un’intervista ai microfoni de Il Messaggero: “Non perdiamoci nel particolare perché la decisione del Regno Unito va ad escludere le università europee: nella lista dei 37 migliori atenei ce ne sono solamente 5 del Vecchio Continente“.

Io credo che si tratta di un’apertura verso gli atenei statunitensi, come per esempio la Ivy League – ha aggiunto la rettrice della Sapienza spiegando meglio i motivi della scelta di Boris Johnson – e quelli asiatici“.

Polimeni: “La scelta di Johnson è politica”

Polimeni
Polimeni critica la decisione di Boris Johnson © Ansa

Per la rettrice della Sapienza la scelta di Johnson è politica e in linea assolutamente con la Brexit. Non dimentichiamo che il Regno Unito è uscito anche dal programma Erasmus, per la mobilità desgli studenti. Non sappiamo neanche se mai inizieranno delle osmosi tra l’Erasmus e proprio il nuovo progetto. Per questo motivo io parlo di scelta politica, anzi geopolitica“.

La Polimeni ha voluto lanciare anche un messaggio ai laureati e agli studenti della Sapienza: “Il mondo è grande e le opportunità sono tante. La mobilità, inoltre, ci consente di togliere. Sicuramente il rapporto tra l’Italia e l’Inghilterra è storica, ma dobbiamo prendere atto che ora la situazione è completamente differenti rispetto al passato. La scelta coerente con la Brexit sta portando la parte accademica del Regno Unito verso la parte statunitense e la parte asiatica“.

Sicuramente siamo stati colti di sorpresa – ha concluso – ma non possiamo fare un dramma: il mondo è grande. I corsi in inglese? La decisione di Johnson non cambia i nostri programmi. La scelta fatta è merito della storia e non del Regno Unito“.

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