L’Italia è un Paese adatto agli investimenti o tutto si blocca a causa della burocrazia? Qual’è la differenza rispetto agli altri Paesi?
Vi siete mai chiesti perchè gli investitori esteri preferiscono immettere i loro capitali nelle altre Nazioni e guardano con scetticismo all’Italia? Avete mai provato a capire perchè in Spagna, Francia, Germania, ci sono decine e decine di sceicchi, filantropi e magnati, pronti ad investire cifre corpose che aumentano il commercio e i guadagni delle varie Nazioni, mentre da noi si fa una fatica immane a rimanere al passo con i tempi?
La risposta è molto più semplice di quello che pensate: in Italia tutto è bloccato dalla burocrazia. Quello che sembrava un detto popolare, è invece la pura verità. Se volete capire come siamo messi nel confronto con gli altri stati, vi basta fare un giro su internet e cercare l’Ease of doing business index, un indice che spiega con quanta facilità è possibile realizzare un business a seconda della burocrazia nei vari paesi. Al primo posto in questa classifica c’è la Nuova Zelanda, seguita da Singapore, Honk Kong, Danimarca e Corea del Sud. L’Italia è una delle Nazioni peggio piazzate, occupando addirittura il 58esimo posto, sotto il Kosovo e appena sopra il Messico e il Cile.
Il dato è imbarazzante ed è confermato anche da un’altra classifica: quella stilata dal Quality of Government Index dell’Università di Göteborg. Si tratta di un indicatore composto da tre pilastri: il livello di corruzione, le caratteristiche della legislazione unitamente all’osservanza della legge e la qualità della burocrazia in senso stretto. Un indice, quindi, che non tiene conto solo delle singole procedure burocratiche, ma valuta anche i loro effetti sui comportamenti e sulle performance sia dei cittadini che dei legislatori. Anche in questo caso l’Italia si trova in una posizione pessima: su 36 Paesi Ocse, è terzultima in classifica. Meglio di noi tutta Europa e, soprattuto, i Paesi del Nord Europa che occupano tutti e tre i gradini del podio. Germania, (13esima su 36) Regno Unito e Belgio hanno un punteggio superiore allo 0,8, mentre Francia, (20esima su 36) Portogallo e Spagna allo 0,7. L’Italia, sui tre parametri sopra elencati, ha un punteggio di 0,597.