Il conflitto in corso in Ucraina ha fatto rimbalzare sulla stampa e tra le organizzazioni umanitarie parole come crimini di guerra. Ma quali sono e cosa rischia chi viene condannato? Ecco tutti i dettagli.
Da tempo si parla di crimini di guerra in relazione al conflitto in corso in Ucraina. Si tratta di un termine che per la prima volta è stato definito come concetto giuridico nel 1949 con la Convenzione di Ginevra.
Per crimini di guerra si intendono tutte le violazioni del diritto internazionale che avvengono durante un conflitto militare. E, quindi, l’uccisione e la tortura di civili e prigionieri di guerra, attacchi intenzionali contro strutture protette e ospedaliere.
Inoltre, come riportato da Sky TG24, questi crimini possono essere anche divisi in alcune categorie: crimini contro persone protette, contro beni protetti, compiuto con l’uso di mezzi vietati oppure attraverso metodi di combattimento vietati.
Crimini di guerra, le sanzioni
A giudicare i crimini di guerra è la Corte Penale Internazionale con sede a L’Aia. Chi viene giudicato colpevole può essere condannato ad una reclusione, ma i giudici possono decidere anche per l’ergastolo se il crimine è di estrema gravità.
Inoltre, a questa condanna si può aggiungere una pena pecuniaria dell’ammenda e la confisca di “profitti, beni ed averi ricavati direttamente o indirettamente dal crimine, fatti salvi i diritti di terzi in buona fede“.
Per quanto riguarda la questione Russia, si tratta di un passaggio molto complicato nonostante la sospensione dal Consiglio di sicurezza dell’Onu di Mosca. Difficilmente si darà un via libera compatto a questa indagine e, comunque, in generale resta molto complicato che si arrivi ad una condanna del presidente in carica Putin.
Il discorso, come successo anche con altri crimini di guerra, potrebbe cambiare quando Putin lascerà il Cremlino. In quel caso, soprattutto con l’attuale opposizione al comando, si potrebbe aprire un’indagine su quanto successo in Ucraina nelle ultime settimane e condannare l’attuale presidente russo.
