Il leggendario portiere del Paraguay, specialista delle punizioni, dovrà scontare un anno di carcere: il motivo è assurdo.
Una leggenda vivente Luis Chilavert. Tutti gli amanti del calcio lo ricordano per la sua abilità nel tirare le punizioni. Quando c’era un fallo al limite dell’area, buono per un mancino, il numero 1 abbandonava la porta per calciare il piazzato. Una specialità che con la maglia della nazionale paraguaiana, lui nato a Luque, lo ha portato a segnare ben 8 gol in 74 presenze.
Uno score a dir poco invidiabile se pensiamo che stiamo parlando di un portiere. Ma sarebbe un errore limitare il ruolo di Chilavert a uno specialista delle punizioni. Ancora oggi viene ricordato per essere stato uno dei migliori estremi difensori del mondo. Per ben tre volte l’IFFHS lo ha incoronato miglior portiere dell’anno: con la maglia del Velez si è tolto le principali soddisfazioni, vincendo quattro volte il campionato argentino, una Coppa Libertadores e una Coppa Intercontinentale.
Chilavert condannato a un anno di carcere: ecco il motivo
Oggi però il suo nome in Sudamerica è fino sulle prime pagine di tutti i quotidiani sportivi per motivi che non hanno nulla a che vedere con il calcio giocato. Il giudice Manuel Aguirre, ha condannato Chilavert per colpa di una causa che gli è stata intentata da Alejandro Dominguez, presidente della CONMEBOL. Ma cosa ha spinto il numero uno delle federazione a scagliarsi contro l’ex portiere? Le continue accuse di corruzione mosse proprio da ‘El Bulldog’ (questo il soprannome che aveva da calciatore).
IPS investiga denuncia de supuesto impago de CONMEBOL en concepto de seguros a trabajadores – La Unión https://t.co/8dWoqxqYvY
— José Luis FelixChilavert Gonzalez (@JoseLChilavert_) May 25, 2022
Sfruttando i propri profili social, Chilavert ha attaccato apertamente il presidente della Conmebol, definendo i suoi metodi ‘mafiosi’. Da qui la decisione di adire le vie legati con l’accusa di diffamazione. Dopo un lungo processo, ecco la sentenza: un anno di reclusione per Chilavert, riconosciuto colpevole del reato di lesione dell’onore della persona. L’ex portiere però non andrà in prigione: il giudice infatti ha anche deciso per la sospensione temporanea della pena, a patto che l’imputato non si renda protagonista di alcuni comportamenti che farebbero scattare immediatamente l’arresto.